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Il negozio “Altrofrutto” chiude dopo 42 anni di attività: «Doloroso, ma inevitabile»

Wainer Magnani
Il negozio “Altrofrutto” chiude dopo 42 anni di attività: «Doloroso, ma inevitabile»

La storica boutique della frutta e verdura è gestita dai coniugi Donatella Ruspaggiari e Mauro Gilli dal 1983

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Castelnovo Sotto Dopo 42 anni il negozio Altofrutto chiude i battenti. Donatella Ruspaggiari, titolare assieme al marito Mauro Gilli, non riesce a trattenere le lacrime. «Questa attività è stata tutta la mia vita. Io e Mauro siamo in pensione da quattro anni, ma abbiamo proseguito, ora abbiamo chiuso per motivi di salute. Una passione che ha contagiato i nostri clienti che erano amici e affezionati consumatori».

Poi racconta gli inizi, in un piccolo spazio in via Gramsci a Castelnovo Sotto: «Abbiamo iniziato il 14 gennaio 1983 e ricordo ancora che mio figlio Simone, che aveva solo un anno, dormiva tra i sacchi di patate e di cipolle. Era stata un’idea di mio padre Massimo di rilevare questa licenza di ortofrutta perché voleva abbinarla a quella della salumeria di mio fratello Ennio ma dato che non è stato possibile, me l’ha ceduta. Io lavoravo in Comune a Cavriago e mio marito Mauro faceva il litografo, entrambi ci siamo licenziati per iniziare questa nuova attività. Con Mauro eravamo sposati da tre anni e avevamo il desiderio di lavorare assieme. Così è stato per 42 anni».

L’Altofrutto è sempre stata definita una boutique della frutta e verdura per la professionalità, la qualità e la sapiente capacità di esporre i prodotti, anche della gastronomia. «Abbiamo iniziato con tanti sacrifici - racconta Ruspaggiari - tra vecchi scaffali, senza una precisa conoscenza ma tanta voglia di lavorare. È stata una scuola di vita e una crescita professionale, ciò che oggi ai giovani non è consentito. Nel 1990 ci siamo spostati in via Venti e ho iniziato a proporre la gastronomia. Abbiamo adottato un nostro stile perché volevamo uscire dal concetto di negozio di campagna” per essere qualcosa di più. Anche il nostro abbigliamento era curato nei minimi particolari. Il tempo ci ha dato ragione perché i nostri clienti, che venivano da tutta la provincia oltre che dalla città, apprezzavano la nostra qualità, prodotti che solo noi potevamo offrire e posso affermare che eravamo un negozio d’élite. Non è stato facile imporre questa nostra filosofia e molti clienti, all’inizio, ci hanno abbandonato ma dovevamo distinguerci dai centri commerciali che stavano nascendo».

Donatella e Mauro sono riusciti a imporre un proprio marchio con tanti sacrifici. «La sveglia era alle 4 del mattino per essere in negozio alle 5 e iniziare a cucinare. Tutto questo non mi ha mai pesato, perché nel momento che mettevo piede nel negozio mi accendevo come una lampadina. In media lavoravamo 14 ore al giorno. La nostra clientela è cresciuta col passaparola: da noi venivano per i nostri prodotti. Anche parcheggiare era difficile. Tutto questo ci ha gratificato. Abbiamo servito negozi, pasticcerie, ristoranti, ma soprattutto tanti affezionati clienti che, quando hanno saputo che avremmo chiuso, hanno pianto. Chiudere è stato doloroso, ma inevitabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA