Gazzetta di Reggio

Reggio

Il ricordo

L’ultimo discorso di Carla Rinaldi: «Solo un cambiamento culturale può garantire un futuro all’infanzia»

L’ultimo discorso di Carla Rinaldi: «Solo un cambiamento culturale può garantire un futuro all’infanzia»

Mentre si stanno svolgendo l’ultimo saluto a Carlina in Sala del Tricolore, proponiamo l’intervento della presidente onoraria della Fondazione Reggio Children alla conferenza di Denver

5 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Uno dei più recenti interventi pubblici di Carla Rinaldi, presidente onoraria di Fondazione Children, è quello preparato per l’apertura della conferenza-azione a Denver, a cui ha partecipato virtualmente il 10 aprile, per lanciare domande aperte sul futuro dell’educazione ai partecipanti al progetto Per Play Explore Research. Riportiamo qui la versione integrale.

«Ciao! Sono felice di essere qui con voi dopo tanti anni pieni di belle esperienze ed emozioni che abbiamo condiviso lungo il nostro cammino. Nel corso del tempo, abbiamo avuto molte possibilità e opportunità di stare insieme. Ringraziamo la Boulder Journey School e la School of Education and Human Development dell’Università del Colorado di Denver per essere parte e co-fondatori della nostra Fondazione e per aver condiviso questa bellissima visione dell’infanzia per così tanti anni. Questa visione è la nostra forza reciproca, poiché entrambi crediamo che possa aiutare l’umanità a diventare ancora più umana. Siamo anche profondamente grati per la rete costruita qui a Denver attorno al progetto Play, Explore, Research, e alla Lego Foundation, che sostiene questa iniziativa insieme a molte altre che stanno promuovendo in tutto il mondo. Sono certa che vivrete un’esperienza giocosa, creando un dialogo sull’importanza del gioco nella nostra vita quotidiana e aiutandoci tutti a riscoprire la gioia e la vitalità che il gioco porta alla vita. L’infanzia non esiste. La questione riguarda il ruolo sociale, politico e culturale dell’infanzia, e se l’esistenza e i diritti di cittadinanza dell’infanzia siano veramente conosciuti e riconosciuti».

«Ognuno di noi e ogni società deve avere il coraggio di agire con politiche per gridare l’esistenza di questi diritti. Questo è il famoso diritto di avere diritti. Chiediamoci allora: in una realtà così generosa come la vostra, come la nostra, dove da anni lavorate e costruite esperienze di qualità, possiamo dire di avere i diritti dell’infanzia pienamente riconosciuti come soggetto centrale della nostra società? In caso contrario, cosa possiamo fare affinché ciò possa accadere? Incontrare la natura attraverso il digitale. Il digitale sta diventando sempre più parte della nostra natura di esseri umani: sta diventando il nostro modo di apprendere e di pensare. Questa è la grande domanda di ricerca che dobbiamo esplorare. E un altro grande tema è come imparare insieme, quando la digitalizzazione della conoscenza sembra portarci sempre più verso l’apprendimento individuale e isolato. L’infanzia ci può aiutare anche questa volta, i bambini e la natura. I bambini sono la natura. La mia personale domanda frequente, in questi tempi, riguarda anche il significato di “umano”, di “umanità”».

«I ragazzi e le ragazze conoscono, oggi, il significato di “umano”? Speriamo che non sia troppo tardi per riscoprire l’ascolto della natura che ci aiuta ad essere più umani. Ricordo benissimo, come voi abbiate un rapporto semplice con la Natura e come abbiate colto l’essenza del genius loci. La natura ci ascolta. Un bel contrasto che è in grado di rompere lo schema che solo l’essere umano può farsi più umano. Sono, al contrario, l’ascolto e la natura che ci rendono esseri viventi tra gli altri esseri viventi con i quali condividiamo il nostro destino e con i quali abbiamo una salvezza reciproca. Quindi, in che modo l’infanzia può aiutarci a trovare un vero e naturale dialogo digitale?Intelligenza artificiale, naturale ed educazione. A proposito di Intelligenza Artificiale, che sta pervadendo ma anche e semplificando le nostre vite. Le scuole e le istituzioni di tutto il mondo procedono senza un orientamento condiviso».

«La grande domanda è: che cos’è l’intelligenza? Abbiamo migliaia di possibili definizioni, comprese quelle offerte dal nostro amico Howard Gardner anni fa, che affermava che non esiste una sola intelligenza, ma piuttosto intelligenze multiple. Per quanto siamo disposti a cambiare le nostre idee, non rinuncerei a questo percorso. Infatti, l’intelligenza artificiale, che si riferisce a una serie di informazioni per noi impossibili, deve essere orientata dall’intelligenza naturale e, soprattutto, dalle giuste domande. E chi è più forte di noi nelle domande, noi che abbiamo imparato dai bambini, giocando e imparando con loro? Quindi, non abbiate timore. Abbiamo gli strumenti, la creatività, l’immaginazione, la compassione, per essere in grado di proteggere la nostra libertà di pensiero. Non credo che vedremo mai giocare l’Intelligenza Artificiale. Giochiamo noi con l’Intelligenza Artificiale, allenando il pensiero critico e la capacità di porsi le domande giuste. Qual è il vostro punto di vista? Quali sono i limiti che vedete? “Crescere un nuovo mondo”, cosa vediamo nel futuro dell’educazione? Cosa vedete, vediamo nel futuro dell’educazione? Questa è una domanda per voi. Prima di tutto, abbiamo un enorme tema demografico e di denatalità. E questo tema ci riporta a quello iniziale. La cultura dell’infanzia, la passione per l’infanzia. Un cambiamento culturale necessario. Indispensabile, per permettere all’infanzia di esistere. Pensiamo alle politiche dei nostri paesi. Esistono politiche che siano in grado di riconoscere e promuovere positivamente la presenza di bambine e bambini? Tornando alla nostra domanda sull’ “essere umano”. Un bambino è l’essere più antico della storia della nostra umanità. Quella che è sempre la stessa, in ogni cultura. Un bambino è ancora un bambino. Un bambino che nasce e nei suoi primi anni di vita, è fondamentalmente lo stesso di centinaia, forse migliaia di anni fa. Dobbiamo assolutamente fare tesoro dell’unicità che ognuno di noi è. Un pezzo di vita unico e irripetibile. Come irripetibile è il tempo che passiamo insieme. Il futuro dell’educazione ci sarà, se c’è l’infanzia. E così oggi il nostro compito è soprattutto politico. E ora, la parola è vostra, amici miei.Grazie» © RIPRODUZIONE RISERVATA