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Dopo l’incendio

Quanta Stock, si riparte a maggio i magazzini utilizzati saranno due

Massimo Sesena
Quanta Stock, si riparte a maggio i magazzini utilizzati saranno due

Reggio Emilia, i camion per le mense e le cucine di Cir Food ora dovranno fare due tappe: caricare il “secco” a Gavassa e quindi andare a Gattatico a caricare fresco e refrigerato

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Reggio Emilia «Per noi è un segnale importante: da metà maggio dovremmo riprendere le nostre attività sia pure con la necessaria gradualità che richiedono i cambiamenti che andremo necessariamente ad affrontare». Carlo Bassanini è il presidente di Quanta Stock and Go, l’azienda che grazie a una la piattaforma logistica si occupa dello stoccaggio e della distribuzione di materie prime alimentari destinate alle strutture di Cirfood, il colosso cooperativo reggiano che gestisce oltre 800 cucine per mense e ristoranti nel centro-nord Italia. Il magazzino di Quanta, si ricorderà, era andato distrutto nel rogo del 10 febbraio scorso, in via Due Canali, al Tondo. Insieme al magazzino delle derrate alimentari di Quanta Stock & Go – azienda partecipata da Coopservice e Transcoop – era andato completamente distrutto anche lo stabilimento per la lavorazione delle carni dell’Inalca, gruppo industriale Cremonini. Mentre le indiscrezioni sull’inchiesta penale sul gigantesco rogo hanno fatto aleggiare l’ombra del dolo, le uniche buone notizie sul fronte dei posti di lavoro arrivano proprio dall’azienda logistica che ha trovato una nuova casa. Anzi due, ma – come hanno sempre chiesto i sindacati e come ha sempre dichiarato anche l’azienda stessa – entrambe in provincia di Reggio.

La soluzione
«In effetti – dice Bassanini – la nostra ricerca non è stata facile, e questo per via di una serie di esigenze legate alla nostra specifica attività». Il magazzino distrutto dalle fiamme aveva spazi per le derrate “secche” che non necessitano di temperature particolari, ma anche per il fresco e per tutti i surgelati. Tre livelli diversi tipi di “clima” in un unico stabile: un obiettivo non facile da raggiungere, al punto che, alla fine, la soluzione stata trovata sudue distinti capannoni. «Verso metà maggio – ribadisce il presidente di Quanta – dovremmo essere in grado di ripartire, grazie a due siti individuati per le nostre attività, due magazzini in cui stoccare le derrate alimentari: in un capannone di proprietà di Transcoop, andrà stoccato tutto il secco, mentre il fresco e il refrigerato troveranno spazio in un’altra struttura che abbiamo individuato a Nocetolo di Gattatico». In pratica, i camion che prima caricavano tutto in via Due Canali e poi partivano alla volta delle mense e delle cucine di Cir Food, ora dovranno fare due tappe: caricare il “secco”a Gavassa e quindi andare a Gattatico a caricare fresco e refrigerato. Per i circa 70 dipendenti che dal giorno dell’incendio sono in cassa integrazione si prospetta un rientro progressivo e per l’azienda un progressivo ritorno alla normalità. «L’obiettivo – spiega Bassanini – è quello di tornare ai volumi che avevamo prima dell’incendio, quando in un anno movimentavamo 34milioni di chili di derrate alimentari. Ci vorrà tempo, ma siamo fiduciosi».

Il destino di Inalca
Per quanto riguarda l’Inalca, il destino dei lavoratori dello stabilimento di Reggio è ancora incerto. Dai primi giorni dopo il rogo, le maestranze reggiane erano state in parte dirottate negli altri stabilimenti del gruppo Cremonini, tra Castelvetro, Pegognaga e Piacenza e in parte erano finite in cassa integrazione. Una situazione, quella di questi lavoratori, difficilmente sostenibile a lungo, sulla quale però, al momento non sembrano esserci novità: dopo un primo incontro convocato con solerzia dalla Regione, in cui i sindacati avevano ribadito l’esigenza che i lavoratori restassero comunque a Reggio, avrebbe dovuto essercene un altro, in cui oltre ai sindacati, avrebbe dovuto presentarsi anche l’azienda, o meglio, le aziende coinvolte, compresa Coop 3.0, tra i principali clienti di Inalca. Ma finora non c’è stata alcuna nuova convocazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA