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Crisi Meta System, previsti esuberi al 60% a Reggio: «No all’offerta del Fondo Certina»

Serena Arbizzi
Crisi Meta System, previsti esuberi al 60% a Reggio: «No all’offerta del Fondo Certina»

Gli addetti bocciano la proposta del fondo bavarese: «Così a gennaio non ci sarà lavoro per nessuno»

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Reggio Emilia I lavoratori di Meta System hanno bocciato all’unanimità la proposta del Fondo Certina. Venerdì scorso, il 18 aprile, è stato presentato al fotofinish il piano concordatario al giudice delegato del tribunale di Bologna. L’offerta presentata dal bavarese Fondo Certina prevede il passaggio di tutti i dipendenti. Tuttavia, si prevedono già “licenziamenti mascherati”. Questo perché viene prevista una riduzione dell’80% dei lavoratori indiretti (gli impiegati), e del 60% degli operai. In particolare, nella sede slovacca dell’impresa dovrà essere sviluppato il prodotto, nello stabilimento di Varese si lavorerà, mentre a Reggio Emilia è previsto l’uso massiccio di ammortizzatori sociali.

Ai sindacati Fiom Cgil e Uilm, guidati dai segretari Simone Vecchi e Jacopo Scialla, è stata chiesta una deroga all’articolo 2112 del codice civile che garantisce il passaggio dei dipendenti alle stesse condizioni. Di fatto, contestano i lavoratori, Certina sta chiedendo grossi sacrifici dal punto di vista dei diritti individuali, perché chiede di cancellare buona parte della contrattazione di secondo livello. Ad esempio, si parla di togliere l’indennità mensa aggiuntiva prevista per la turnistica.

Mercoledì 16 aprile si sono svolte tre assemblee con i lavoratori e il voto con cui si rigetta in toto la proposta Certina è stato unanime. Al momento l’azienda, inoltre, non è disponibile ad anticipare il trattamento economico previsto per gli ammortizzatori sociali, in attesa che l’Inps inizi a pagare. Questo significa che per almeno 4 o 5 mesi i lavoratori non percepiranno un euro.

«Sono licenziamenti mascherati – attacca Jacopo Scialla della Uilm –. Da una parte prendono il perimetro occupazionale, dall’altro spingono i lavoratori a dimettersi. A nostro avviso i lavoratori hanno capito quale sia il punto. Rifiutando in toto la proposta Certina stanno dando a tutti, in primis al fondo, una dimostrazione di coraggio e dignità ed è un dato di cui il fondo non può non tener conto. La proposta è vincolata a un accordo sindacale. Non è che la partita finisca qui, bisogna trovare un accordo sindacale: qualora il tribunale ritenga buona l’offerta, questa sarà legata ad accordi».

«Abbiamo dimostrato tutta la nostra disponibilità a trattare con Certina - continua Scialla - ma bisogna trovare un percorso per cui convenga andare a lavorare. In assenza di piano industriale, di investimenti su Reggio e con una richiesta inaccettabile di taglio delle condizioni economiche della contrattazione di secondo livello, era inevitabile che i lavoratori votassero tutti contro».

Sulla stessa linea Vecchi che parla di «momenti molto difficili per i lavoratori, i quali tuttavia, stanno trasformando la preoccupazione e la paura in rabbia e coraggio. Le condizioni che pone il fondo sono capestro e non sono dignitose. L’azienda ha 300 milioni di debiti: è iniziato il negoziato tra noi e questo fondo che chiede molto senza dare nulla in cambio. Non esiste un piano industriale che garantisca lavoro a Reggio Emilia. Gli impiegati dovrebbero lavorare un giorno alla settimana per i prossimi anni e il 60% degli operai in esubero è a Reggio».

L’azienda sta perdendo via via clienti e dalle previsioni della Fiom «a gennaio non ci sarà lavoro per nessuno». Inoltre, a fronte della richiesta su quali investimenti si intenda fare, non è stato risposto nulla.