Palazzo Magnani chiude un anno: «Nuovi allestimenti per valorizzare l'architettura»
Davide Zanichelli, direttore della Fondazione. Grazie a un concorso di idee e al finanziamento regionale via ai lavori: le porte riapriranno per Fotografia Europea 2026
Reggio Emilia In questi giorni Palazzo Magnani chiude i battenti per riaprire fra un anno esatto. Il motivo? Sarà oggetto di importanti lavori per rinnovare l’allestimento ma non solo. È Davide Zanichelli, direttore della Fondazione Palazzo Magnani, a svelarci nel dettaglio ciò che accadrà a Palazzo, costi e tempi. «In verità – dice Zanichelli – già nel 2022 avevamo indetto un concorso di idee per rinnovare l’allestimento delle sale interne di Palazzo Magnani, cioè la parte espositiva, perché l'allestimento attuale risaliva alla mostra dedicata Piero della Francesca del 2015 adattata a quella specifica situazione. Caratteristica principale stava nel fatto che era molto immersivo e annullava l'architettura del Palazzo. Ad esempio, gli affreschi del soffitto erano oscurati ed era tutto pannellato. Quindi entrare nel Palazzo quando era in corso una mostra non ti consentiva di “percepire” il luogo che la ospitava».
Da allora quell’allestimento è stato utilizzato per le mostre successive facendo soltanto qualche piccola modifica. «Ma in questi anni ci siamo resi conto – prosegue Zanichelli – che la struttura era troppo vincolante rispetto ai progetti proposti». Da qui il concorso di idee del 2022 aperto agli studi di architettura che avessero voluto partecipare per ricevere ispirazioni, idee progettuali; il concorso è stato vinto dallo studio Mpa di Mattia Parmiggiani. «Per quanto riguarda i criteri per selezionare i candidati – spiega il direttore di Palazzo Magnani – si basavano sulla valorizzazione dell'impianto architettonico del Palazzo che allo stesso tempo doveva garantire la flessibità degli allestimenti, perché ogni mostra ha le sue caratteristiche. Infatti, il progetto di Mattia Parmiggiani ci è piaciuto perché consentiva con una soluzione tecnologica particolare di ampliare o ridurre la superficie espositiva a seconda delle necessità». Dopodiché l'attuazione era stata rimandata perché, nel frattempo, avanzavano progetti che si volevano mettere in scena, come la mostra “Marionette e Avanguardia” e, per Fotografia Europea, la mostra di Susan Meiselas. «Ma allo stesso tempo si sono palesate alcune questioni legate anche all’impianto elettrico e tecnologico e a quel punto, ci siamo detti, non sostituiamo esclusivamente l'allestimento, ma sistemiamo anche tutte le problematiche impiantistiche che inevitabilmente palazzi così antichi subiscono per usura nel corso del tempo. l’impianto di Palazzo Magnani non era stato toccato dal restauro del 1997».
In ogni caso, la prima cosa necessaria per procedere era la copertura finanziaria dell’operazione in capo prevalentemente al proprietario del Palazzo che è la Provincia di Reggio: «Un intervento per 800mila euro – specifica Zanichelli – di cui quasi 400mila derivano da un contributo regionale (legge regionale 7/2020) relativo a interventi di restauro, conservazione, consolidamento e valorizzazione del patrimonio architettonico a destinazione culturale. Il bando è uscito lo scorso anno, ma la certezza dell'aggiudicazione della somma è arrivata a marzo. In aggiunta ai 150mila euro che la Provincia aveva già stanziato e a un mutuo che la Fondazione aprirà per 250.000 euro, si arriva agli 800.000 euro complessivi. Una spesa che sostanzialmente da un lato consente di rifare tutti gli impianti tecnologici e dall’altro rende il nuovo allestimento funzionale a tutte le future mostre. Peraltro il primo piano sarà adibito all’allestimento delle mostre mentre il piano terra ospiterà laboratori, situazioni e iniziative in cui si potranno fare delle esperienze dirette di determinati contenuti legati alle intenzioni degli artisti in mostra». In questo senso il ripensamento della fruizione degli spazi risponde ad una precisa volontà della direzione della Fondazione (coadiuvata dalla giuria del concorso composta da Marzia Faietti, James Bradburne, Andrea Rinaldi e Raffaele Aliperti) di inserire la dimensione esperienziale come momento necessario ed essenziale per la fruizione della mostra. E questo significa predisporsi diversamente alla visita. «Il nuovo assetto del Palazzo – conclude Zanichelli – dovrà inaugurare una nuova stagione di mostre che utilizzano questo “doppio livello” con un allestimento che sia contemporaneamente flessibile per i progetti dei curatori ma anche garante della percezione dell'architettura del Palazzo. Riapriremo con il nuovo allestimento per Fotografia Europea e a maggio 2026 ospiteremo la mostra storica. Poi, dall’autunno arriveranno due prestigiose mostre con prestiti internazionali».l © RIPRODUZIONE RISERVATA