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Affitti brevi fuori controllo: anche l’Emilia Romagna ora dice basta, in arrivo la stretta

Paola Benedetta Manca
Affitti brevi fuori controllo: anche l’Emilia Romagna ora dice basta, in arrivo la stretta

Entro il mese di maggio, perciò, convocherà un tavolo per iniziare l'iter che porti a una legge per disciplinare gli affitti a uso turistico

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Bologna La Regione Emilia-Romagna scende in campo contro la proliferazione degli affitti brevi destinati ai turisti che «stanno superando quelli a disposizione di altre categorie, dai lavoratori agli studenti». Entro il mese di maggio, perciò, convocherà un tavolo per iniziare l'iter che porti a una legge per disciplinare gli affitti a uso turistico, che sia approvata “entro dicembre o al massimo nei primi mesi del 2026”. A presentare il percorso verso la legge, ieri in Viale Aldo Moro, l'assessore alle Politiche abitative Giovanni Paglia e l'assessora al turismo Roberta Frisoni. «L'obiettivo – spiegano - è mettere al centro il diritto all'abitare, tenendo conto anche del settore turistico». Al tavolo, per il quale martedì scorso sono partiti gli inviti da parte della Regione, sono stati convocati tutti gli stakeholder, tra cui Anci, Comuni di Bologna e Rimini, associazioni regionali di categoria, sindacati, Università, Cei e le piattaforme online, a partire da Booking e Airbnb. Già nel primo confronto, verranno «analizzate le criticità, approfondite le differenti situazioni e trovate soluzioni condivise».«Le piattaforme – riferisce Paglia - non hanno ancora aderito, ma se non risponderanno li solleciteremo di nuovo». Il boom degli affitti brevi ha contribuito all'emergenza abitativa in diverse città dell'Emilia-Romagna, a partire dal capoluogo: a Bologna, la Regione stima circa 6.700 alloggi dedicati alla locazione temporanea, a fronte di una domanda abitativa di 16.912 case nel 2022. «In Emilia-Romagna, gli affitti brevi sono un fenomeno di crescente impatto che non ha ancora raggiunto l'espulsione di massa dalle città come a Venezia e Firenze - sottolinea Paglia -. Stiamo arrivando, però, a quella situazione, ed è importante intervenire prima che i buoi siano scappati». Il confronto con gli stakeholder dovrebbe durare circa sei mesi, per poi portare la discussione in Assemblea legislativa in autunno.

«È più che mai urgente – spiegano Paglia e Frisoni - un intervento regionale, data l'insufficienza della normativa nazionale su un tema tanto cruciale. I Comuni stanno facendo la loro parte con gli strumenti che hanno, ma serve una cornice normativa meglio definita che, tenendo conto delle diversità territoriali, consenta loro di utilizzare leve con maggiore efficacia, tutelando il diritto all'abitare e preservando le qualità del nostro settore turistico ricettivo». Un'urgenza, quella di una legge regionale prevista anche nel programma di mandato del presidente della Regione, Michele de Pascale. «L’introduzione del Codice Identificativo di Riferimento (CIR) e del Codice Identificativo Nazionale (CIN) ha rappresentato un primo passo utile per censire e tracciare gli alloggi turistici, ma non basta - spiega Frisoni -. Sul fronte della ricettività turistica, se gli affitti brevi possono essere una opportunità, soprattutto nelle aree interne, per ampliare l’offerta ricettiva, invece, nei territori già ad alta vocazione turistica, una non corretta applicazione della loro disciplina rischia di creare squilibri nel sistema esistente». «È necessario trovare un nuovo equilibrio che permetta di valorizzare l’accoglienza senza snaturare le città, in particolare i centri storici. Lavoriamo insieme ai soggetti interessati per offrire strumenti normativi che i Comuni possano adattare alle proprie esigenze territoriali» approfondisce Paglia. A destare preoccupazione, è anche l’impatto sui servizi pubblici: l’aumento dei canoni di locazione rende difficile per lavoratori come insegnanti, infermieri e operatori sociali e delle forze dell’ordine trovare un alloggio vicino al luogo di lavoro. In alcuni centri 'caldi', infatti, sta diventando una prerogativa riservata a chi rientra in una fascia di reddito alta. «La decisione della Regione – commenta il capogruppo dei Civici con de Pascale in Assemblea legislativa, Vincenzo Paldino -, è importante, perché vuole risolvere una situazione davvero emergenziale in alcune città e zone, tra cui Bologna, la Romagna e anche Modena. E' una condizione che sta causando forti disagi a studenti e lavoratori, snaturando la vocazione specifica di alcune città e limitando l'accesso alla casa solo alle fasce più abbienti». «Vista l'inerzia del Governo in questo senso – sottolinea Paldino -, è necessaria e importante l'azione della Regione. Attraverso questa legge, i Comuni avranno finalmente gli strumenti per tutelare il diritto all'abitare e, allo stesso tempo, sostenere il nostro turismo».l