Gazzetta di Reggio

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A Sd Factory – Laboratorio creativo

Consulenze gratuite per lavorare nell’arte: è lo sportello Start

Federica Buffa, Matilde Bisceglie e Francesca Capacchione*
Consulenze gratuite per lavorare nell’arte: è lo sportello Start

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Tra le iniziative più interessanti proposte da SD Factory c’è “Start”, uno sportello di consulenza artistica, ideato per accompagnare i giovani creativi della provincia di Reggio Emilia nello sviluppo dei propri progetti, che ha aperto lo scorso novembre. A raccontarci questa realtà è Benedetta Incerti, curatrice artistica e responsabile del servizio. «Mi hanno detto che sto curando questo sportello con un entusiasmo arrogante che fa decollare gli intenti, espressione che ho ritenuto essere un complimento», racconta, «perché dietro un progetto c’è un’urgenza e io voglio sapere qual è questa urgenza che porta una persona a rivolgersi a “Start”. E per riuscirci l’ascolto è fondamentale».

Incerti, ci spieghi meglio come funziona lo sportello. Che opportunità offre ai giovani artisti?

«La consulenza si sviluppa su tre incontri in cui si vanno a snocciolare i temi che ci porta l’artista, a cominciare da una breve presentazione del progetto da analizzare dal punto di vista della fattibilità. “Start” aiuta i giovani artisti a prendere più consapevolezza del proprio progetto, che magari inizialmente può essere anche solo un'idea embrionale, per portarli a costruirlo in modo completo. Non si tratta solo di uno sportello artistico, c’è tantissimo ascolto dietro: se tu ti rivolgi a me io per aiutarti voglio sapere chi sei, cosa fai nella vita e quali sono le tue sensibilità, perché hai scelto uno specifico progetto da sviluppare».

Potrebbe farci degli esempi più concreti di settori dell’arte su cui si basano le consulenze?

«Principalmente si rivolgono a noi artisti indipendenti, molti dei quali afferenti al mondo della musica, che chiedono supporto soprattutto per quanto riguarda i contatti necessari in quel mondo. È molto difficile perché “Start” non è un’agenzia interinale, quindi non crea contatti precisi, ad esempio con case discografiche, ma offre consulenze soprattutto per recuperare i fondi necessari a sostenere i loro progetti, come è capitato ad attori che volevano sviluppare idee con le loro compagnie».

Quante persone si sono rivolte allo sportello finora?

«Dall’apertura di questo servizio, avvenuta lo scorso novembre, abbiamo svolto una ventina di incontri, non tutti con persone diverse. alcune sono infatti venute più volte».

Quali sono i principali ostacoli che un artista può incontrare nel tentativo di trasformare la propria passione in un lavoro?

«È una bella domanda, credo che il primo ostacolo tra l’artista e il lavoro sia l’artista stesso. Mi spiego: farlo diventare una professione è complicato perché l’artista, stando all’interno di un contesto che gli dice che non gli crede – che il suo non è un vero lavoro ma una voglia – fa fatica a crederci. Quello artistico è un mondo difficile e complicato, che richiede tanta costanza e dedizione».

Quando è aperto questo sportello e come si fa a partecipare?

«Sul nostro sito c’è una sezione dedicata a “Start” e c’è un modulo in cui si chiede, a chi cerca questo tipo di consulenza, di scrivere qual è il proprio linguaggio, che cosa ricerca dentro “Start” e qualche dettaglio in più sul proprio progetto. Quindi si compila un modulo online e si invia. Noi lo riceviamo e ci facciamo un’idea di che cosa può servire perché, ad esempio, se è richiesta una consulenza burocratica o molto specifica e io mi accorgo di non avere le competenze per gestirla, allora chiedo a qualche professionista di supportarmi e prendo l’appuntamento».

Avete anche qualche pagina social?

«La pagina Instagram di SD Factory (@sdfactorylab) è molto attiva, pubblica tutti i giorni tutti gli eventi e i workshop che facciamo. Nel feed è possibile trovare un reel che spiega più nel particolare cos’è “Start”».

Guardando al suo percorso, come le è venuta la passione per questo ambito?

«Ho sempre voluto fare arte. Io volevo fare il liceo Chierici, ma i miei genitori all’inizio non sono stati d’accordo. Come tanti ragazzini, a 13 anni ho seguito il loro consiglio e ho sbagliato scuola perché così è stata frenata la mia creatività. Alla fine delle superiori ho capito che all’università avrei potuto studiare solo storia dell’arte perché avrei abbracciato di nuovo quella che è sempre stata la mia passione da quando ero bambina. Ho quindi frequentato l’Accademia delle Belle Arti che ha sede a Milano, poi un biennio specialistico in curatela. Sono diventata una curatrice di mostre: oggi ho a che fare direttamente con gli artisti e quindi, “Start” a parte, li affianco nel loro lavoro e insieme parliamo di come il progetto può evolvere. Nel mondo artistico io sto benissimo e devo ammettere che mi è anche tornata voglia di studiare perché confrontandomi con tante persone diverse mi sono reso conta di quanto potrei sapere di più…quindi vorrei rimettermi in gioco». 

*Studentesse del liceo Chierici

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