Il grido dei metalmeccanici: «Vogliamo certezze sul nostro futuro»
I dipendenti di Meta System e Landi Renzo: «Siamo nel limbo». Alla Dana attesa per il compratore
Reggio Emilia «Chiediamo certezze sul futuro. Di sapere quali garanzia possiamo contare noi con le nostre famiglie».
Questo grido si alza forte e chiaro dal circolo Arci Stranieri che ieri mattina, durante un incontro organizzato da Gianni Bernini di Sinistra per Reggio, hanno partecipato numerosi lavoratori e delegati sindacali di diverse imprese metalmeccaniche del territorio. Due i focus su altrettante vertenze che preoccupano in modo particolare: alla Meta System e alla Landi Renzo, dove sono stati annunciati ottanta esuberi tra il personale indiretto (gli impiegati). Si respira apprensione, come emerso alla Dana, ex Brevini riduttori, per la vendita a una multinazionale straniera che sta avvenendo con contorni di cui i lavoratori chiedono di capire meglio dettagli e garanzie, insieme ai piani industriali.
«Siamo in un limbo, stiamo aspettando conferme e risposte dal Fondo Certina in merito all’acquisizione dell’azienda - afferma Luigi Sagliocca, delegato della Meta System -. Come lavoratori siamo molto preoccupati e in allerta. Stamattina abbiamo ricevuto l’invito del consigliere comunale Rosario Martorana per portare la nostra testimonianza sulla crisi aziendale. Chiediamo all’investitore che vengano assunti tutti i lavoratori e siano mantenute le stesse condizioni contrattuali. Siccome, poi, si è parlato di un anticipo della solidarietà che l’investitore ci ha negato, chiediamo che anche questo rientri nel pacchetto di acquisizione».
Luana Mazza, responsabile organizzativa di Cgil Fiom, parla di una «situazione di grave indebitamento nel settore dell’automotive che in tutto il nostro Paese risente della crisi per l’assenza di politiche industriali serie. La metalmeccanica quest’anno ha avuto una serie di rallentamenti, non a caso in molte aziende si sono aperti ammortizzatori sociali, abbiamo visto un’impennata delle ore di cassa in particolare nella meccanica agricola. Le nostre aziende però sono ancora solide. Siamo dentro, tuttavia, alla vertenza più complessa del rinnovo del contratto collettivo nazionale: manca una trattativa vera e propria, siamo a 32 ore di sciopero e sono ormai tre mesi che chiediamo un contratto collettivo nazionale per recuperare l’inflazione, dato che le famiglie non arrivano più a fine mese».
Il consigliere comunale e delegato sindacale di Dana, Rosario Martorana indica che «la situazione è migliore perché la cassa è stata tolta», anche si ricorda «la vertenza sul contratto nazionale. La Dana, azienda con mille dipendenti nei due settori, è in vendita: stiamo aspettando il nome della multinazionale straniera che dovrebbe subentrare».
Anche Paolo Pezzarossi, delegato Dana parla di «grossa incertezza «sul contratto nazionale e la vendita in atto che ci porterà a cambiare titolare. Chiediamo ad azienda e istituzioni di fare pressione su Confindustria per evitare il conflitto e lavorare bene».
Cristina Tagliavini, 52 anni, è un’operaia di produzione alla Landi Renzo, dove lavora da 30 anni ed è presente all’incontro con l’altra delegata sindacale Laura Ruggiero. «C’è tantissima preoccupazione e paura per il futuro, da quando sono stati dichiarati gli 80 esuberi tra gli indiretti - afferma Cristina - Al momento non c’è nessuna convocazione per approfondire la situazione, che ci preoccupa anche se non si vive direttamente la minaccia degli esuberi».