Fazio: «Ogni protesi non è solo un dente ma un pezzo di vita da ricostruire»
Maurizio Fazio è responsabile del laboratorio odontotecnico del centro medico Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia
«Al centro medico Lazzaro Spallanzani ogni protesi non è solo un dente: è il ritorno di un sorriso, il recupero della fiducia, è un piccolo grande pezzo di vita che aiutiamo a ricostruire». Parole di Maurizio Fazio, responsabile del laboratorio odontotecnico di questa realtà reggiana che fa parte del gruppo Lifenet Healthcare. Lo abbiamo intervistato.
Fazio, che tipo di tecnologie avanzate utilizzate per realizzare le protesi dentali?
«Abbiamo tecnologie digitali di ultima generazione, come il software Exocad, che ci permette di progettare tutto ciò che riguarda la protesi: dalla prova iniziale fino alla realizzazione del definitivo. Utilizziamo varie registrazioni, tra cui l’impronta intraorale, eseguita direttamente dal medico con uno scanner, e la scansione facciale. Quest’ultima consiste in una serie di foto disposte in modo preciso, che ci restituiscono riferimenti del volto del paziente come occhi, naso e labbra: elementi fondamentali per guidare una progettazione ideale».
In che modo è organizzato il vostro laboratorio?
«Siamo un team di 11-12 persone, divise in tre reparti. Il primo si occupa della ricezione delle impronte, sia tradizionali –con il pastone e il calco in gesso–, sia digitali. Nel secondo, il reparto digitale, avviene la progettazione e realizzazione del manufatto. Infine, c’è la parte della finalizzazione, che avviene nel terzo reparto: lì assembliamo, rifiniamo e lucidiamo ogni componente per prepararlo alla consegna».
Le tecnologie vengono aggiornate ogni anno?
«Assolutamente sì. Siamo in continuo aggiornamento: il mercato si evolve in fretta e cerchiamo sempre di restare al passo. Proprio come succede con gli smartphone, anche i nostri macchinari richiedono una manutenzione periodica, che effettuiamo annualmente».
Quante protesi realizzate all’anno? Quali sono le innovazioni che vi rendono uno dei centri più avanzati in Italia?
«Il numero di protesi dipende molto dall’afflusso dei pazienti, quindi non abbiamo una cifra precisa. Ma ciò che ci distingue è la sinergia tra reparto medico, chirurgico e laboratorio odontotecnico. Questa integrazione in un’unica sede è rarissima in Italia. Altrove, i reparti sono spesso dislocati in luoghi diversi. Qui, invece, medico, chirurgo e tecnico collaborano fianco a fianco, il che riduce drasticamente i tempi d’attesa: il paziente aspetta al massimo 5/10 minuti».
Da quanti anni lavora in questo settore e perché ha scelto proprio questa clinica?
«Lavoro in questo settore da più di 30 anni. In questa clinica però sono arrivato sei anni fa. L’ho scelta perché desideravo un contatto diretto tra medico e paziente, cosa che altrove è spesso irrealizzabile. Prima dovevo fare chilometri per vedere un paziente o sentire un medico. Qui, invece, posso lavorare in sinergia e avere riscontri immediati durante ogni fase della realizzazione».
Quali consigli darebbe a chi vuole intraprendere questa carriera? È soddisfatto del suo ruolo? Cosa migliorerebbe?
«Consiglio questo mestiere in generale per le emozioni che fa provare, ma solo a chi è portato per lavori di precisione. Serve attenzione ai dettagli, senso estetico, e tantissima passione. È un lavoro che non ha orari: se il paziente ha bisogno, bisogna esserci, anche oltre l’orario previsto. È una carriera fatta di sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni. Io sono già responsabile del laboratorio, ma tutto è sempre migliorabile. Vorrei ottimizzare l’organizzazione per ridurre le liste d’attesa. Purtroppo siamo ancora troppo pochi in questo campo e sarebbero necessarie più persone come noi».
Qual è la parte più complessa del suo lavoro? E quale quella che preferisce?
«La più complessa è sicuramente la riabilitazione fissa su osso perché richiede numerose prove, grande precisione, e spesso coinvolge pazienti giovani che, giustamente, hanno aspettative estetiche altissime. È una sfida continua, ma anche una fonte di grandissime soddisfazioni. Rispetto al passato, in cui si facevano protesi quasi esclusivamente per gli anziani, oggi affrontiamo casi molto più articolati e personalizzati. E proprio lì, in quella complessità, sta la bellezza del nostro mestiere: fondere tecnica, umanità, estetica e funzionalità. Qui al centro medico Lazzaro Spallanzani, ogni protesi non è solo un dente: è il ritorno di un sorriso, il recupero della fiducia, è un piccolo grande pezzo di vita che aiutiamo a ricostruire».
*Studentesse dell’istituto “Silvio d’Arzo” di Sant’Ilario
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