Carlo Ancelotti ct del Brasile, l’orgoglio di Reggiolo: «Era la nostra stella»
Nel paese dell’allenatore italiano più vincente tra foto, ricordi e stima. Alcuni giornalisti brasiliani si sono presentati al campo sportivo Rinaldi, sede del Reggiolo Calcio
Reggiolo «Provengo da una tranquilla famiglia contadina e quella è stata la base per essere quello che sono oggi». Carlo Ancelotti pronunciò queste parole quando ricevette, nel 2023, la laurea honoris causa dall’Università di Parma. Oggi, dopo l’ufficialità della nomina a nuovo commissario tecnico del Brasile, a Reggiolo si celebra l’ennesimo successo di Carletto. All’ombra della Rocca, la primavera e le alte temperature invogliano i bambini a gustarsi un gelato e gli anziani a riposarsi su una panchina. Qui, tra queste strade, nel 1959 è nato “Re Carlo”, oggi alla ribalta dei media di tutto il mondo per la chiamata della Seleçao. Un traguardo che non è, al momento, paragonabile a un trofeo, come le cinque Champions League sollevate o i cinque titoli nei maggiori campionati europei, ma che certifica una carriera di assoluto livello, sia in campo che in panchina.
Il binomio Brasile-Ancelotti affascina e stupisce anche chi lo conosce da tanto tempo, come il titolare de “Il Toscanini”, a due passi dal municipio: «Siamo amici dall’infanzia, anche perché i nostri genitori erano legati e si scambiavano favori – dice Fausto Mazza –. Abbiamo giocato insieme negli Allievi del Reggiolo, lui è arrivato anche alla Juniores, prima di approdare al Parma. Il suo carattere era molto calmo e tranquillo. La sua vita in paese era divisa tra il campo sportivo e l’oratorio, mentre frequentava le scuole a Modena». Ancelotti ha poi spiccato il volo, dalla chiamata del Parma, a quella della Roma e del Milan, prima di cominciare il percorso da allenatore. Il rapporto con l’amico di sempre, però, è rimasto saldo: «L’ultima volta che è venuto a trovarci è stato l’anno scorso – prosegue Mazza–. Lui, infatti, ha la sorella che abita a 10 chilometri e ogni tanto va al cimitero. Mancavano pochi giorni alla finale di Champions che poi ha vinto con il Real, era un lunedì mattina quando è passato al nostro locale. Ha fatto la foto con mio figlio e ci ha invitato a Madrid, ma non siamo andati anche perché l’atmosfera, per lui, nell’ultimo campionato era pesante».
Mazza ci mostra, all’interno del locale reggiolese, le foto che ritraggono le fotografie di Ancelotti da giocatore quando, con la maglia del Toscanini, vinsero un torneo: «Era la nostra stella. Qua da noi sono venuti negli anni tanti giornalisti di televisioni internazionali. Onestamente non pensavo andasse in Brasile ma c’è da dire che nel corso degli anni ha allenato tanti campioni brasiliani che sapranno consigliarlo e aiutarlo a reggere la pressione– conclude il ristoratore Mazza–. Tutti, grazie, a lui, conoscono Reggiolo». Proprio ieri, tra l’altro, alcuni giornalisti brasiliani si sono presentati al campo sportivo Rinaldi, sede del Reggiolo Calcio. Sul rettangolo verde alcuni bambini si stanno allenando seguendo le direttive dei propri allenatori, mentre in sede, i dirigenti ci mostrano le foto dei grandi campioni che hanno vestito la maglia biancorossa: ci sono Vincenzo Iaquinta, campione del mondo con l’Italia nel 2006, e Giangiacomo Magnani, ex Sassuolo e oggi al Palermo, ma davanti all’ingresso della sede spicca la foto di Carlo da ragazzo, davanti all’insegna del paese. Il segretario Paolo Moretti mostra le immagini di un Ancelotti in carriera, con le maglie di Roma e Nazionale ma con una dedica, immancabile, per chi gli ha fatto muovere i primi passi nel settore giovanile. «È bello – aggiunge il dirigente del Reggiolo– che i bambini e i genitori che vengono a formalizzare l’iscrizione vedano chi è partito da qua, nella speranza che la sua figura sia un esempio». Uno che conosce bene Ancelotti è Aldo Ferrari, oggi ufficio stampa del Reggiolo e che curava il Milan Club Reggiolo ai tempi in cui Carlo vinceva tutto con Sacchi e Berlusconi. È lui a inviarci le foto che ritraggono Carletto insieme ai bambini di Reggiolo in momenti di festa: «Con un pullman di 52 soci abbiamo visitato Milanello nel 1989 pranzando assieme a tutti i giocatori – racconta–. Ha portato a Reggiolo nel 1990 Filippo Galli, Stefano Nava, Sebastiano Rossi, Arrigo Sacchi dopo la partita a Parma. Ci procurava spesso, inoltre, i biglietti per le partite di coppa». A proposito del rapporto cordiale e di semplicità che ha con le nuovi generazioni, è il cugino a raccontare un aneddoto interessante. In via Matteotti, nel cuore del paese, si trova infatti la ferramenta Ancellotti : «Siamo parenti lontani, i nostri nonni erano cugini tanto è vero che noi abbiamo due L mentre lui solo una – sostiene il titolare Roberto–.Non ci siamo mai frequentati, anche se una ventina d’anni fa lo chiamai per chiedergli se riusciva a presenziare a un evento coi bambini. Accettò. In un’altra occasione, invece, conobbi Antonello Venditti e mi disse che era già stato a Reggiolo, invitato da Carlo, ai tempi della sua militanza in giallorosso, per giocare a pallone in oratorio». © RIPRODUZIONE RISERVATA