Tirocinante in ospedale morì suicida a 21 anni: un’indagata per le “umiliazioni”
Paola Ballerini si lanciò dalla Pietra di Bismantova nel 2022: chiuse le indagini sul caso. Da allora, Unimore ha sospeso i tirocinii con il reparto ospedaliero
Reggio Emilia Il 10 maggio 2022, Paola Ballerini, studentessa 21enne di Scienze infermieristiche all’Università di Reggio Emilia e tirocinante in Pediatria all’ospedale Santa Maria Nuova, si lanciò dalla Pietra di Bismantova. Fin da subito la famiglia aveva fatto riferimento a qualcosa che sarebbe avvenuto nel reparto. Per loro, la giovane sarebbe stata vittima di un trattamento duro in corsia, fatto di vere e proprie umiliazioni. La molla del gesto disperato sarebbe stata la notizia, appresa pochi giorni prima, che non avrebbe superato il tirocinio da poco concluso: circostanza che avrebbe compromesso la possibilità di laurearsi nei tempi previsti, a ottobre. Ora si apprende che la procura di Reggio Emilia ha indagato una dipendente del reparto ospedaliero per il reato di “abuso dei mezzi di correzione o di disciplina”.
Il pm Francesco Rivabella, subentrato alla collega Piera Cristina Giannusa, nel firmare l’atto di chiusura delle indagini ha ipotizzato un nesso tra il reato e il suicidio. Nesso che ovviamente è tutto da dimostrare. Non è tutto. La procura ha individuato anche un’altra presunta vittima, anch’essa tirocinante. L’indagata è assistita dall’avvocato Nicola Tria, che al momento però preferisce non fare alcun commento. La 21enne viveva a Cadeo, in provincia di Piacenza. Il giorno del funerale, riferì il quotidiano Libertà, don Umberto Ciullo nella sua omelia disse queste parole: «Abbiamo un mea culpa da farci tutti, anche se qualcuno dovrà farselo in modo più perentorio e onesto».
Paola Ballerini era attiva nella Pubblica Assistenza di Cortemaggiore. Chi l’ha conosciuta l’ha descritta come una persona ricca di passione per quello che faceva e determinata a voler aiutare gli altri. Nessun riferimento a fragilità o problemi particolari. Cosa ha provocato il suo tracollo psicologico tre anni fa dovrà dunque essere chiarito in tribunale. Quel giorno la 21enne scrisse un biglietto per i genitori e lo lasciò nella camera dell’appartamento che condivideva con altre studentesse a Reggio Emilia. Poi, a pedi, raggiunse Castelnovo Monti dove alcune ore dopo mise in atto il suo proposito. La famiglia, che è assistita dall’avvocata Elena Vincini, ha messo a disposizione degli inquirenti il cellulare e il computer della giovane affinché fossero scandagliati i suoi messaggi. In questi anni la procura reggiana ha ascoltato diverse persone con due obiettivi: chiarire quale fosse effettivamente il clima nel reparto e cosa avvenne quando la ragazza venne convocata e seppe che non avrebbe passato il tirocinio (dopo che, pare, in precedenza le fosse invece stato detto che l’esito sarebbe stato positivo). Sono state vagliate le posizioni di più persone, compresi i tutor che la seguivano e i referenti all’interno dell’Università. Nell’atto firmato dal pm c’è però un solo nome. L’ipotesi accusatoria è che effettivamente la giovane sia stata trattata in modo non consono. Unimore dopo questa vicenda ha sospeso i tirocinii con il reparto ospedaliero. © RIPRODUZIONE RISERVATA