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L’impresa

Padre e figlio da Montecavolo a Gijón: 4.600 chilometri per il raduno Vespa

Aldo Spadoni
Padre e figlio da Montecavolo a Gijón: 4.600 chilometri per il raduno Vespa

Quattro Castella: protagonisti Giovanni e Claudio Alberoni in viaggio sull’iconico scooter

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Quattro Castella Un viaggio padre e figlio, 4.617 chilometri in sella a due Vespa PX125 del 1982 per raggiungere Gijón, nelle Asturie, dove si è svolto il Vespa World Days 2025. Protagonisti Giovanni e Claudio Alberoni, 63 e 36 anni, partiti da Montecavolo. Dopo aver raggiunto Genova e preso la nave per Barcellona, hanno attraversato la penisola iberica passando per Valencia, Cartagena, Malaga, Gibilterra, Siviglia, Lisbona, Porto, Vigo, Gijón, Pamplona, Saragozza e nuovamente Barcellona. A raccontare l’impresa è Claudio, ideatore della spedizione e già protagonista in passato di viaggi simili. «L’idea è nata dopo l’esperienza a Capo Nord e la partecipazione al Vespa World Days di Pontedera dello scorso anno. Quando ho saputo che nel 2025 l’evento si sarebbe tenuto a Gijón, e che coincideva con le festività pasquali e il ponte del Primo Maggio, abbiamo deciso di replicare la distanza del viaggio al Nord visitando Spagna, Gibilterra e Portogallo».

La preparazione è cominciata con largo anticipo: «Abbiamo iniziato a organizzarci quattro mesi prima. In origine sarei dovuto partire da solo, ma due settimane prima è riuscito a unirsi anche mio padre, dato che l’azienda in cui lavora avrebbe chiuso proprio in quel periodo». Prima della partenza, un check completo ai mezzi: «Ho rifatto il motore della mia Vespa, cambiato fili, freni e gomme. Ho tracciato il percorso tappa per tappa, con le stazioni di rifornimento ogni 140 km». Non tutto è andato liscio. «Il problema più serio lo abbiamo avuto al terzo giorno, nel tratto da Valencia a Malaga. La Vespa di mio padre ha cominciato a spegnersi in continuazione. Abbiamo deciso di fermarci, trovare un meccanico e, dopo sette ore di lavoro senza pausa pranzo, siamo riusciti a ripartire». Per il pernottamento hanno alternato hotel, ostelli, campeggi, guest house e residence: «Sempre con garage o spazi privati per custodire le Vespe, che erano il nostro tesoro». Durante il tragitto, hanno conosciuto anche altri vespisti. Tra gli episodi più curiosi del viaggio, l’accoglienza a Barcellona: «Un gruppo di vespisti, i Vesparuters, ci aveva contattato via social. Ci hanno accolto come una famiglia e portato in tour per la città. A Porto, invece, il Vespa Club do Porto ci ha fatto parcheggiare le Vespe nella loro sede e ci ha accompagnati a piedi alla scoperta della città».

Un altro episodio è legato alla dogana di Gibilterra: «Ricordo bene la perquisizione del bauletto dietro la mia Vespa. E anche il blackout che ha colpito Spagna e Portogallo. Erano le 13.30 e ci trovavamo a Porto. Dovevamo raggiungere Vigo, ma ci siamo trovati improvvisamente senza navigazione e con solo il puntino blu del GPS. Arrivati a destinazione, abbiamo trovato semafori spenti, polizia a dirigere il traffico, hotel senza luce e negozi chiusi». Progetti per il futuro? «La scintilla deve scattare. Ma la Transfagarasan, verso l’est della Romania, ci aspetta. A Montecavolo ho un amico con cui condivido la stessa passione. Abbiamo creato il gruppo Instagram e Facebook 365daysontheroad. Vogliamo crescere e portare con noi chi ha voglia di vivere l’avventura straordinaria in Vespa». l © RIPRODUZIONE RISERVATA