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Femminicidio Daniela Coman: Pancaldi l’ha attirata in casa con l’inganno e l’ha soffocata

Femminicidio Daniela Coman: Pancaldi l’ha attirata in casa con l’inganno e l’ha soffocata

Il corpo della 48enne di Sassuolo, trovato in una casa di Prato di Correggio. Peter Pancaldi è accusato di omicidio premeditato aggravato

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Correggio E’ stato fermato nella notte il compagno di Daniela Coman, la donna di 48 anni – di origini rumene residente a Sassuolo - trovata morta in un appartamento di Prato di Correggio, mercoledì sera. Il corpo senza vita era stato trovato dai carabinieri che avevano fatto irruzione nell’abitazione praticamente nel centro della frazione correggese dopo che l’ex marito della donna da due giorni aveva denunciato di non avere più notizie di lei.

Nell’abitazione vive il nuovo compagno, un reggiano di 44 anni,  della donna che quando sono arrivati i carabinieri non c’era. E’ stato rintracciato solo in seguito, alla guida dell’auto della donna, nel Modenese. E’ stato interrato per ore. Nella notte è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto disposto dalla procura di Reggio Emilia. E’ ritenuto presunto responsabile di femminicidio

Dalla conferenza stampa avvenuta questa mattina, venerdì 16 maggio, sono emersi alcuni particolari agghiaccianti della vicenda. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, carico di Peter Pancaldi sono emersi gravi indizi in relazione al reato di omicidio premeditato aggravato, in quanto Daniela Coman era vittima di offese, minacce e botte da parte del 44enne. 

Il procuratore Calogero Gaetano Paci ha ricostruito la vicenda. La donna e Pancaldi, che ha diversi precedenti per guida in stato di ebrezza (gli era stata ritirata la patente), si erano lasciati, a causa degli scatti d’ira dell’uomo nei confronti della 48enne, dovuti anche alle sostanze stupefacenti di cui è dipendente. Era arrivato più volte a picchiarla e minacciarla, anche di morte, ma lei non aveva mai denunciato nulla alle forze dell’ordine. Si era però confidata con la sorella, che è stata ascoltata dagli inquirenti, e pochi amici. Per questo aveva deciso di non trasferirsi a Prato, ma rimanere a vivere a Sassuolo. 

Daniela Coman, dunque, aveva deciso di troncare la relazione con Pancaldi. E infatti, mercoledì mattina, 15 maggio, non si era presentata al lavoro per recarsi nell’abitazione dell’uomo, per ritirare le sue cose. Lui, inizialmente, aveva mantenuto un atteggiamento tranquillo. Poco dopo che lei se n’è andata, lui l’ha richiamata dicendo che aveva trovato il computer e la macchina fotografica della donna, chiedendole se volesse passare a prenderli. Essendoci nel computer diverse foto del figlio undicenne, Daniela ha accettato, consapevole del fatto che l’uomo poco prima era rimasto tranquillo nella medesima situazione. E invece si è trattata di una trappola, dato che proprio in quel secondo incontro che si è consumato il delitto. Pare che l’abbia soffocata, anche se l’autopsia chiarirà meglio le cause della morte. 

Non ricevendo più alcuna notizia da Daniela, la sorella ha contattato l’ex compagno di Sassuolo e padre del bimbo, che in serata ha sporto denuncia ai carabinieri. Da lì è partita la macchina investigativa, che è culminata col ritrovamento del cadavere della 48enne e di Pancaldi, che aveva lasciato l’abitazione, vagando tra il reggiano e modenese con la macchina della donna. 

L’uomo, appena giunto nella stazione dei carabinieri di Reggio, aveva subito confessato l’omicidio, motivandolo con il fatto che Daniela Coman l’aveva costretto a lasciare una precedente relazione con un’altra donna che lo sosteneva economicamente. Pancaldi, attualmente si trova in carcere a Reggio Emilia, in attesa della convalida di condanna.