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La replica

Incendio Inalca, Vasconi replica al Comitato Amianto Zero: «Insulti inaccettabili»

Massimo Sesena
Incendio Inalca, Vasconi replica al Comitato Amianto Zero: «Insulti inaccettabili»

Il portavoce provinciale dell’Associazione vittime dell’Amianto risponde al comitato che lo ha accusato

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Reggio Emilia Non bastano i miasmi che costringono gli abitanti di via Due Canali a stare in casa con le finestre chiuse; non basta l’incertezza sul futuro di 400 lavoratori, né basta l’ombra di un possibile dolo sul rogo che ha distrutto lo stabilimento Inalca e il magazzino di Quanta Stock & Go che sorgeva di fianco. Ora ci si mette pure la lite, senza esclusione di colpi tra il Comitato Amianto Zero guidato da Stefano Ferrari, e il portavoce provinciale dell’Associazione vittime dell’Amianto, il sindacalista Cgil Davide Vasconi.

Botta e risposta

A dar fuoco alle polveri ci ha pensato Ferrari accusando Vasconi di essere troppo tenero con l’amministrazione comunale e bollando lo stesso come “persona senza scrupoli”. A Ferrari ora replica Vasconi, evitando di obbedire alla logica dell’occhio per occhio, ma limitandosi al merito. «Leggo , stupefatto - scrive Vasconi – sull’ articolo comparso oggi sul vostro quotidiano riguardante la chiusura del Parco della Resistenza che il Comitato Amianto Zero mi definisce addirittura “un personaggio privo di scrupoli sempre ossequioso nei confronti del sindaco”. Eppure - ribatte Vasconi - sono stato il primo a denunciare la probabile presenza di amianto proprio sul vostro giornale, il giorno dopo il disastro, e a richiedere all’amministrazione comunale l’adozione di procedure di bonifica tempestive ed efficaci, dopo una gestione dell’emergenza non proprio perfetta. Mi sono quindi assunto la responsabilità di rappresentare i cittadini più colpiti dal disastro, gli abitanti delle case popolari di via Due Canali, cercando di stabilire quel rapporto di correttezza e di buona fede che la cultura sindacale instaura con ogni controparte di buona volontà, che sia un imprenditore o un sindaco di destra o di sinistra, come da sempre fa la Cgil».

Chi rappresenta chi

In pomo della discordia, par di capire osservando questa polemica al color bianco, riguarda il riconoscimento delle due realtà - l’Associazione Vittime dell’amianto e il Comitato Amianto Zero - che in teoria dovrebbero trovarsi dalla stessa parte della barricata e invece si trovano su fronti opposti. Non a caso, nel suo attacco a Vasconi, il Comitato lamentava il fatto di non aver mai ricevuto risposte né dal Comune né dall’Ausl alle sollecitazioni e agli allarmi. E non a caso, replicando a Ferrari, Vasconi infila il dito nella piaga: «Dopo la sottoscrizione di un patto di collaborazione e di reciproca informazione con i cittadini - prosegue la replica di Vasconi - le interlocuzioni con la Protezione Civile e con l’assessora competente Carlotta Bonvicini sono state quasi quotidiane». E - replica sempre Vasconi - non si può accusare l’associazione di aver mai sottovalutato il problema: «Di giorno in giorno si segnalavano problemi e criticità emerse, ottenendo risposte e interventi in genere accurati e tempestivi, e rimaniamo convinti che la strada che stiamo percorrendo sia la migliore, anche in vista della bonifica definitiva dell’area Inalca dopo il dissequestro, che richiederà grande attenzione. Il fatto che siano riemersi frammenti, dopo una bonifica da parte di ditta specializzata con filtri a tenuta stagna che sulla carta avrebbe dovuto essere perfetta - sottolinea Vasconi - impone certamente un approfondimento tecnico».

Il veleno nella coda

Per finire, non senza una punta di veleno, la nuova stilettata a Ferrari: «Spiace infine constatare , dal lato opposto, l’assenza totale di interlocuzione tra il Comitato e l’amministrazione. Mi limito ad osservare - conclude Vasconi nella sua replica - che è difficile cercare un rapporto di collaborazione, di correttezza e di buona fede con un sindaco che è stato accusato, insieme ad Arpae e Ausl, di presentare dati falsi sulla salute pubblica, come hanno sostenuto nell’assemblea dei cittadini successiva al disastro». © RIPRODUZIONE RISERVATA