Peter Pancaldi resta in carcere ma per il gup non sussistono le aggravanti
Il 45enne, accusato di aver ucciso la compagna Daniela Coman, si è avvalso della facoltà di non rispondere
Correggio Colpo di scena lunedì in tribunale sul femminicidio di Prato di Correggio. Peter Pancaldi, 45 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’arresto è stato convalidato e l’omicida della compagna Daniela Luminita Coman, 48 anni – ammazzata il giorno stesso in cui lo aveva lasciato – resta in cella. Tuttavia il giudice per l’udienza preliminare Matteo Gambarati, dopo averci riflettuto per ben tre ore, è uscito con un’ordinanza articolata, ritenendo non sussistenti le tre aggravanti contestate: né la premeditazione, né l’aver commesso il fatto su persona che stalkerizzava, né il legame affettivo. L’imputazione provvisoria di omicidio pluriaggravato rimane tale, ma è indubbio che si tratta di un punto a favore per la difesa e di un “avviso” per il pm Valentina Salvi, che dovrà approfondire questi aspetti: difatti l’indagine ha preso un nuovo slancio, con un secondo sopralluogo sulla scena del delitto e la riconvocazione della sorella della vittima.
Nonostante si sia in una fase ampiamente preliminare, questo primo vaglio potrebbe avere un peso specifico nell’iter giudiziario: in caso di conferma e di cadute di tutte le aggravanti, Pancaldi potrebbe accedere al rito abbreviato e quindi a un sostanzioso sconto di pena. I fatti risalgono al 13 maggio scorso, con la scomparsa della donna scattata il giorno seguente, la sera del 14, quando Daniela non si è presentata a prendere il figlio a Sassuolo. Il cadavere della 48enne è stato trovato adagiato sul letto coperto da un piumone in via Dinazzano 35/c, a Prato, nell’appartamento del compagno che si era allontanato sulla Peugeot bianca di lei. Peter Pancaldi è stato fermato all’1.30 di notte vicino al parco Ducale di Modena, dove aveva appena comprato una dose di crack.
Ha confessato il delitto: dopo un primo incontro in casa di buon mattino, in tarda mattinata lui l’ha richiamata con una scusa, ha insistito per riallacciare la relazione e di fronte ai ripetuti «no» l’ha uccisa. In aula Pancaldi ha fatto scena muta. Il pm Valentina Salvi ha chiesto la conferma dell’arresto e della custodia cautelare in base al pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Pericoli contestati dall’avvocato difensore di fiducia Annalisa Miglioli, che non ha avanzato richieste (il 45enne non ha un alloggio alternativo), ma ha preannunciato la linea difensiva sostenendo l’insussistenza delle aggravanti. Nel prosieguo è stato conferito l’incarico di incidente probatorio nell’autopsia: la difesa ha nominato il consulente di parte Andrea Lusetti, il giudice ha nominato il dottor Erion Radheshi della Medicina Legale di Reggio, autorizzato a recarsi in futuro sulla scena del delitto. Spetterà all’esperto rispondere ai quesiti posti dal pm: esame tossicologico, eventuale Dna sotto le unghie e soprattutto causa del decesso (soffocamento o strangolamento). Ora la palla passa alla Procura, che dovrà decidere quando chiedere il rinvio a giudizio. Oltre alla difesa, erano presenti le future parti civili: gli avvocati Helmut Bartolini (che tutela la sorella di Daniela, Leontina Coman) e gli avvocati Alessandra Innaro e Lorenza Cavazzuti per il figlio della vittima (che ha 10 anni, ne compirà 11 a giorni) e per il padre 65enne.l © RIPRODUZIONE RISERVATA