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Il femminicidio di Correggio, il presidio di Nondasola a Prato

Serena Arbizzi
Il femminicidio di Correggio, il presidio di Nondasola a Prato

Iniziativa delle attiviste per ricordare Daniela Coman, la 48enne uccisa in via Dinazzano dal suo compagno Peter Pancaldi

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Correggio In quaranta per Daniela Coman e per affermare che le morti e le fatiche delle donne sono tutte uguali. Si è svolto sabato pomeriggio, il 24 maggio, a Prato, il presidio di Nondasola dopo il femminicidio di Daniela Coman, la 48enne uccisa in via Dinazzano. Il caso risale al 13 maggio scorso. Il cadavere della 48enne è stato trovato adagiato sul letto, coperto da un piumone, nell’appartamento del compagno, Peter Pancaldi, che si era allontanato a bordo della Peugeot bianca di lei. Pancaldi è stato fermato vicino al parco Ducale di Modena, dove aveva appena acquistato una dose di crack.

Il nuovo femminicidio ha gettato nello sconforto sia la comunità reggiana sia quella modenese. Daniela era infatti residente a Sassuolo, dove abitano l’ex compagno e il figlio di 11 anni. «Con rabbia e dolore, ma senza retrocedere di un passo dal nostro impegno politico contro la violenza maschile, siamo di nuovo a scrivere di una donna uccisa da un uomo - afferma Nondasola -. Daniela Coman è stata soffocata da Peter Pancaldi, che aveva deciso di lasciare. Forse non tutti hanno consapevolezza della solitudine nella quale può trovarsi una donna quando decide di lasciare il partner violento. È prigioniera di una paura che si insinua nella sua quotidianità, senz’altro avverte l’urgenza di sottrarsi alle violenze - e in questo caso ad atti persecutori, che spesso precedono l’esito finale - ma sa che potrebbe costarle la vita».

Nondasola è poi molto critica nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale, «parlando del braccialetto elettronico quale dispositivo non sempre sicuro, invita le donne in situazione di pericolo a trovare rifugio in chiesa o in farmacia, negando di fatto l’esistenza di presidi contro la violenza e assolvendosi da una responsabilità che gli compete. Se i braccialetti non funzionano, si migliorano. Se i fondi sono pochi, si aumentano. Se mancano le case rifugio, si costruiscono. Ma non si lascia una donna in pericolo a cercare da sola un posto dove nascondersi». © RIPRODUZIONE RISERVATA