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Reggio Emilia, spunta un’antenna a San Rigo, residenti infuriati: «Il Comune non ci ha avvisato»

Reggio Emilia, spunta un’antenna a San Rigo, residenti infuriati: «Il Comune non ci ha avvisato»

La replica dell’assessore Roberto Neulichedl: «La Consulta C era stata informata»

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Reggio Emilia In una ipotetica classifica delle lamentele più diffuse tra i cittadini nei confronti dei Comuni, quella contro le antenne per la telefonia mobile, figurerebbe stabilmente nella top ten. E questo, a prescindere dalla location individuata per questi manufatti. Perché le antenne... fanno paura. E, al tempo stesso, fanno comodo: un caso di scuola sulla cosiddetta sindrome Nimby, insomma. Ad agitare lo spauracchio dell’ennesima antenna eretta in città, è l’attivista Stefano Ferrari, protagonista negli ultimi tempi di alcune battaglie a difesa di ambiente e salute e contro il degrado.

«Se escludiamo alcuni volantini affissi lungo la via che ci avvisavano di una interruzione della corrente, nessuno ci ha detto nulla. E adesso ci ritroviamo con un palo piantato a pochi metri dalle case e cinque metri di una siepe autoctona tagliati a raso in modo da consentire il passaggio dei mezzi del cantiere che tra poco si aprirà. Sarei curioso di sapere». Smessi i panni del portavoce del Comitato amianto zero e indossati quelli del residente di via Sempreverdi, a San Rigo, Ferrari ha solo cambiato terreno di scontro, ma l’avversario nel mirino è il medesimo. «Ancora una volta - dice Ferrari - il Comune di Reggio ha perso un’occasione per fare una informazione corretta e instaurare un costruttivo rapporto con i cittadini». Sotto accusa l’antenna di via Sempreverdi, la strada che da San Rigo porta a Ghiarda. «L’area - spiega Ferrari - è privata, l’attuale proprietario l’ha acquistata dai titolari di una ditta che produceva accessori per le aziende metalmeccaniche. Adesso, di fatto è un grande magazzino di materiale per l’edilizia».

Come sempre accade in questi casi, la trattativa tra i gestori telefonici e i proprietari dei terreni, bypassa il Comune a cui spettano le autorizzazioni dopo aver raccolto i pareri di Arpa e Ausl. L’assessore Roberto Neulichedl, tra le deleghe assegnategli dal sindaco Marco Masari ha anche quella del controllo dell’elettromagnetismo.

Il piano comunale

Non più tardi di tre settimane fa, Neulichedl ha licenziato il Piano comunale antenne e proprio sulla scorta di questo atto, l’assessore respinge al mittente le accuse di scarsa comunicazione. «Il piano comunale antenne - spiega l’assessore - non è un semplice elenco di installazioni, ma è il frutto di un lavoro davvero encomiabile degli uffici comunali che hanno raccolto tutte le osservazioni arrivate dai cittadini e a tutte queste osservazioni, sia quelle recepite sia a quelle respinte o che hanno richiesto approfondimenti, a tutte abbiamo risposto». Quanto all’informazione ai cittadini, l’assessore alla tutela ambientale, replica a Ferrari: «Nonostante non sia scritto nel piano nè nel relativo regolamento, il nostro Comune ha coinvolto nel percorso partecipativo tutte le Consulte dei cittadini, compresa quella in cui rientra la zona di San Rigo (la Consulta C, ndr)».

Il contenzioso

Invero, difficile dire se queste argomentazioni placheranno le recriminazioni di Ferrari e di eventuali altri residenti di via Sempreverdi. Di certo, in questi anni, a trattative serrate e contenziosi - con tanto di antenne che traslocano prima ancora di essere installate - il comune ha fatto il callo, al punto da far essere abbastanza ottimista l’assessore Neulichedl: «Ho grande rispetto per Ferrari e per il suo impegno civico, ma davvero, di tutte le zone dove potrebbero sorgere questa antenne, quella mi sembra tra le più idonee. Prima di pubblicare il piano antenne abbiamo fatto diversi incontri con Arpae e Ausl per valutare tutte le varie opzioni. E in questi anni siamo sempre riusciti a incidere nonostante la normativa non ci assegni grandi poteri in materia. In tanti casi, ad esempio siamo riusciti a ottenere che più gestori si dividessero lo stesso palo, in modo da evitare il proliferare di manufatti, oggettivamente poco belli dal punto di vista estetico». E in effetti, la questione estetica è una delle quattro con cui l’azione del Comune deve fare i conti ogni volta che si occupa di antenne.«Al primo punto - spiega l’assessore Neulichedl - la questione della salute su cui vigilano Arpae e Ausl e sulla quale mi sento di rassicurare i cittadini anche soltanto per il fatto che la tecnologia 5G ha tra le sue peculiarità quella di attivarsi soltanto quando partono le chiamate. Oltre al tema dell’estetica vi è poi il tema della eccessiva vicinanza alle case e su questo il Comune fa di tutto per limitare al minimo i disagi».

Antenne “nomadi”

Un tentativo, quello del Comune, che rischia a volte di rivelarsi velleitario: «Ci sono antenne come quella di via Ravà che ha chiamato in causa addirittura il Tar, e altre che hanno cambiato tre o quattro volte l’area, con i gestori che sono comunque determinati a far valere i propri diritti». A fare da sfondo a questa situazione ci sono proprio i diritti dei gestori che, in base alle normative vigenti attirano i privati con somme 10 o 15 volte superiori agli esborsi a cui devono far fronte per poter installare le loro antenne su aree pubbliche. «In ultima istanza - conclude l’assessore - ci sono poi le opposizioni a questo genere di installazioni che spesso sono il frutto di strumentalizzazioni politiche che peraltro non portano da nessuna parte e non hanno altro effetto rispetto a quello di spendere tempo e denaro in ricorsi che quasi mai hanno sbocchi positivi». © RIPRODUZIONE RISERVATA