Una nuova sede Inalca a Reggio Emilia? La Regione scende in campo con De Pascale e Colla
Il 6 giugno incontreranno i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Al summit siederanno pure i vertici di Coop 3.0
Reggio Emilia L’appuntamento, in agenda, è già fissato da qualche giorno. Al forte richiamo dei sindacati sul preoccupante stallo della vertenza Inalca, la Regione Emilia Romagna, con il presidente Michele de Pascale e il vice Vincenzo Colla, ha risposto accordando un incontro ai tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. L’appuntamento è per il 6 giugno, a Reggio. Invero, quel giorno, il presidente della Regione l’ha praticamente destinato per intero a cercare di sbloccare una situazione che, dopo il primo incontro negli uffici di viale Aldo Moro, nel marzo scorso non ha più avuto un seguito. In quell’occasione i sindacati avevano espresso preoccupazione per il futuro di circa 400 lavoratori – divisi tra Inalca, Gescar e Fabbrica del Lavoro –, trovando la disponibilità della politica a fare tutto il possibile per mantenere in territorio reggiano il sito produttivo distrutto dalle fiamme la notte tra il 10 e l’11 febbraio. Peccato che a quell’incontro i vertici di Inalca fossero i grandi assenti. Ecco perché il 6 giugno, prima di incontrare i sindacati, il presidente de Pascale incontrerà i rappresentanti legali di Inalca.
L’intenzione di chi ha organizzato questo doppio summit è anche quella di fare in modo che al tavolo con Inalca siedano pure i vertici di Coop 3.0. Il motivo è molto semplice: fino alla notte del 10 febbraio, Coop 3.0 era di gran lunga il principale cliente dello stabilimento di via Due Canali, al Tondo. Quante probabilità ci sono che il presidente della giunta regionale si presenti ai sindacati con il sì di Inalca ad aprire un nuovo sito produttivo in provincia di Reggio? Oggettivamente poche. L’assordante silenzio dell’azienda controllata dal gruppo Cremonini in tutte queste settimane ha autorizzato più di un osservatore di questa vicenda a non scommettere nemmeno un euro sulla disponibilità di Inalca di aprire un nuovo sito produttivo a Reggio Emilia. Anche soltanto per una questione di tempi. Per allestire uno stabilimento sul modello di quello che è stato distrutto dalle fiamme al Tondo servono almeno due anni. E d’altra parte la produzione non può fermarsi: per questo la soluzione adottata subito dopo il rogo, ancorché ufficialmente temporanea, rischia di diventare definitiva: spostare i lavoratori di Inalca negli altri stabilimenti del gruppo, nel Modenese piuttosto che a Piacenza o a Pegognaga, nel Mantovano. Una ipotesi, questa, a cui Cgil, Cisl e Uil si sono sempre detti contrari, ma a questo punto i margini di manovra sembrano davvero risicati.
Come si può ottenere che Inalca dica sì a una nuova location reggiana? Il Comune di Reggio, che con il sindaco parteciperà a entrambi gli incontri in programma il 6 giugnopotrebbe giocare ufficialmente la carta di Gavassa. A Gavassa c’è un’area dove avrebbe dovuto insediarsi Silk Faw, il colosso cinese delle Hyper Car. E quando i cinesi si sono chiamati fuori dall’operazione nella Motor Valley, era però tutto pronto, almeno dal punto di vista autorizzativo. Nel caso Inalca dovesse aderire a questa proposta, almeno i tempi burocratici verrebbero ad azzerarsi e il cantiere potrebbe partire celermente. Certo, a differenza di quanto è stato per l’altra azienda distrutta nell’incendio, la piattaforma logistica di Quanta Stock & Go, la ricerca di un sito ad hoc per Inalca è decisamente più complicata. L’unica esigenza di Quanta Stock & Go era quella di trovare un magazzino/capannone dalle dimensioni tali per soddisfare le esigenze del suo unico cliente, Cir Food con i suoi ristoranti , le sue mense e i suoi pasti pronti. Decisamente più forte potrebbe essere la leva del principale cliente di Inalca. Eccoperché all’incontro del 6 giugno dovrebbero essere presenti anche i rappresentanti della Coop 3.0 che, dalla posizione di principale cliente dell’azienda di macellazione carni del gruppo Cremonini potrebbe addirittura riuscire nell’impresa di far accettare a Inalca l’idea di stabilirsi con un proprio sito produttivo in provincia di Reggio.l © RIPRODUZIONE RISERVATA