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Tranvia Reggio Emilia-Bagnolo, il progetto a Roma: ora la parola al ministero di Salvini

Massimo Sesena
Tranvia Reggio Emilia-Bagnolo, il progetto a Roma: ora la parola al ministero di Salvini

Opera da 470 milioni di euro, corse ogni 7 minuti, obiettivo collegare Rivalta, alla stazione storica e Mediopadana. Lo scoglio è finanziario

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Reggio Emilia È la grande scommessa, sul fronte del trasporto pubblico, dell’assessora Carlotta Bonvicini: una linea di tranvia, interamente elettrificata, tutta su rotaie e libera dal traffico, che attraversi Reggio da sud a nord, arrivando a spingersi fino a Bagnolo in Piano. Corse a intervalli di sette minuti e 30 secondi ciascuna appaiono oggi a Reggio come un’autentica rivoluzione copernicana. Una rivoluzione che ora è soltanto sulla carta. Anzi, sulle carte che il Comune di Reggio – dopo aver incassato l’ok della Regione – ha spedito in questi giorni al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ora dovrà dare il proprio via libera. Il nodo dei costi Un via libera nient’affatto banale visto che, qualora arrivasse, dovrà essere accompagnato da qualcosa come mezzo miliardo di euro. La calcolatrice del Comune dice 470 milioni. Un costo impegnativo che mette a dura prova anche i più ottimisti, soprattutto da quando al ministero delle infrastrutture e trasporti c’è un certo Matteo Salvini: la vulgata vuole che colui che quand’era il leader di una Lega all’opposizione considerava il Ponte sullo stretto la madre di tutti gli sprechi, ora che è ministro sta dirottando tutti i finanziamenti proprio su quell’opera

. Coerenza del ministro a parte, il tema di un finanziamento così importante come quello di cui ha bisogno la tranvia reggiana è il grande scoglio che – a prescindere da dove lo si voglia collocare nel tratto Rivalta-Bagnolo – rimane sempre di una dimensione ragguardevole. Tanto più che dal 2020, quando Reggio presentò il primo progetto di tranvia (che non prevedeva il prolungamento fino a Bagnolo) il costo stimato era di 280 milioni. Invero, se si è arrivati quasi al doppio, non è per la tratta Mediopadana-Bagnolo che anzi per il solo fatto che esiste già in natura è il classico “uovo di Colombo”. Sono i costi delle materie prime a essere letteralmente esplosi negli anni post-Covid. Dal Comune filtra comunque un moderato ottimismo. Soprattutto per il feedback positivo che i tecnici dell’assessorato mobilità hanno trovato nei colleghi tecnici del ministero.

Un esempio? A giugno, dovrebbe cambiare la normativa nazionale in tema di trasporti misti e proprio il progetto reggiano sposa appieno la nuova normativa che questo tipo di trasporti misti approva e incoraggia. L’altra incognita riguarda i tempi di realizzazione, che partono da quando arriva l’ok del ministero. Sul piano tecnico il progetto prevede che, all’altezza di Baragalla, venga costruito un sottopasso per le auto, lasciando che la tranvia faccia la sua strada in superficie. Poi, attraversata la città, la linea si sposta a est e costeggia via del Partigiano per poi entrare alla fermata – quasi iconica nella mente dei progettisti – delle Reggiane. Da lì poi la tramvia prende la strada della Reggio-Bagnolo, oggi decisamente sotto-utilizzata. In questi mesi in cui il Comune è stato chiamato ad aggiornare il progetto, una tappa obbligata di planimetrie e mappe varie è stata quella degli uffici regionali. Dove i tecnici comunali non hanno potuto far a meno di notare la freddezza dei loro omologhi di viale Aldo Moro. Soprattutto per via dell’addendum del tratto Mancasale-Bagnolo. Il paradosso, alla luce soprattutto delle incognite legate ai finanziamenti che dovrebbero arrivare dal ministero (ognuno dei 13 tram necessari ha un costo di 5 milioni, ma ne occorrerebbero anche 3 di scorta) è che proprio quel tratto, oltre ad avere una sua logica, è anche quello più facilmente realizzabile proprio per il fatto che non c’è bisogno di cantieri per la posa delle rotaie. Il piano B E se da Roma non arrivassero buone notizie? Se per ipotesi si rendessero disponibili solo in parte tutti i milioni richiesti? Il Comune dovrebbe probabilmente rinunciare temporaneamente a una tranche del progetto, puntando su quella più facilmente realizzabile che è proprio quella che nel progetto originario del 2020 non c’era, ovvero il tratto di rotaie che collega Reggio a Bagnolo con corse ogni ora e che invece con questo progetto quadruplicherebbero la frequenza. Una vittoria dimezzata? Non del tutto, perché comunque farebbe da apripista ad altre tranvie, sulla linea Reggio-Ciano e sulla Reggio-Guastalla. Ora non resta che aspettare. Con la stessa pazienza con cui oggi, si aspetta quello che a Reggio si ostinano da sempre a chiamare tram ma che tram (ancora) non è...l © RIPRODUZIONE RISERVATA