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Il caso

Minacce di morte all’Ordine dei medici di Reggio Emilia: la Digos indaga su più mail

Serena Arbizzi
Minacce di morte all’Ordine dei medici di Reggio Emilia: la Digos indaga su più mail

La presidente Ferrari: «Siamo sconcertati». Indagano Digos e polizia postale

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Reggio Emilia Minacce di morte arrivate via mail ai componenti dell’Ordine dei medici. Sono state scoperte nella mattinata di giovedì, quando chi ha letto le mail si è trovato di fronte a un contenuto tanto grave, quanto inequivocabile. Ed è scattata subito la denuncia alla polizia che indagherà tramite la Digos, insieme alla polizia postale, per individuare il mittente. Nelle mail in questione si fa riferimento diretto alla presidente dell’Ordine reggiano, Anna Maria Ferrari (in foto), e a tutto l’ente nelle sue figure di vertice. «Ormai siamo ex eroi», commenta amara la presidente Ferrari, riferendosi ai periodi della pandemia, durante la quale i professioni sti della sanità erano considerati eroi, in trincea giorno e notte per aiutare i tantissimi ammalati contagiati dal virus.

Ora lo scenario è cambiato, anzi, è ormai capovolto, tra le aggressioni che il personale sanitario subisce con elevatissima frequenza in ospedale e, ora, anche le minacce di morte recapitate all’Ordine. «Siamo sconcertati - confida la presidente Ferrari -. Abbiamo subito denunciato il fatto, supportati dalle forze dell’ordine che stanno indagando per individuare prima possibile l’autore. Le minacce sono arrivate attraverso qualche mail, un po’ ripetuta, rivolta all’indirizzo generale dell’Ordine e tutto il materiale è stato consegnato alla polizia. Le minacce, anche di morte, sono state rivolte all’Ordine, al Consiglio, a me come presidente e, in generale, a tutto l’Ordine nei suoi vertici». Non ci sono collegamenti con i no vax che in più occasioni si sono resi protagonisti di imbrattamento altri gesti vandalici contro il sistema sanitario. Nelle mail di minacce sono attaccate le funzioni dell’Ordine. «Non sono presenti riferimenti a episodi specifici - afferma Ferrari -. Abbiamo ricevute le mail giovedì mattina, da parte dello stesso mittente». «Continueremo a essere un presidio per la sanità reggiana - continua la presidente -. Non intendiamo certo ritirarci dallo svolgere il nostro compito, dopo questo episodio». l © RIPRODUZIONE RISERVATA