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La denuncia

Rubiera, ragazzi fanno il bagno nel Tresinaro: il sindaco lancia l’allarme

Rubiera, ragazzi fanno il bagno nel Tresinaro: il sindaco lancia l’allarme

La balneazione è vietata nel torrente. Emanuele Cavallaro lancia l’appello via social: «Le acque dei fiumi sono particolarmente insidiose, anche quando all'apparenza non sembrerebbe»

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Rubiera Un nuovo episodio di imprudenza ha spinto il sindaco di Rubiera a lanciare un appello pubblico alla responsabilità, dopo che alcuni giovani sono stati sorpresi a fare il bagno nel torrente Tresinaro, dove la balneazione è vietata.

L’intervento è avvenuto  quando la Polizia Locale, su segnalazione della Croce Rossa, è intervenuta per identificare un gruppo di ragazzi provenienti dal Modenese. L’area interessata è quella in cui il Tresinaro si congiunge al fiume Secchia, un punto già noto in passato per episodi simili e purtroppo anche per tragedie.


La preoccupazione dell’amministrazione è chiara: l’estate alle porte e le giornate calde spingono molti giovani a cercare refrigerio nei corsi d’acqua, ma i fiumi rappresentano un pericolo reale e spesso sottovalutato. «Ricordiamo che la balneazione è vietata in tutte le acque interne e che purtroppo è già capitato fin troppe volte che in Secchia qualcuno sia morto annegato. Le acque dei fiumi sono particolarmente insidiose, anche quando all'apparenza non sembrerebbe. Correnti improvvise, mulinelli. È bene diffondere questa consapevolezza, per evitare ulteriori tragedie», ha scritto il sindaco di Rubiera  Emanuele Cavallaro in un messaggio affidato ai social. Le forze dell’ordine continuano a monitorare le aree più frequentate e a richiamare all’osservanza delle regole. Ma è soprattutto sulla prevenzione e l’educazione che l’amministrazione punta, affinché non si ripetano episodi che in passato sono costati vite umane. Anche quest’anno, con l’aumento delle temperature, i punti lungo il Secchia e il Tresinaro diventano meta di ritrovo per giovani e famiglie. L’appello del sindaco si unisce a quelli lanciati negli anni da Protezione Civile, Croce Rossa e Vigili del Fuoco: i fiumi non sono piscine naturali, e il rischio è sempre dietro l’angolo.