Gazzetta di Reggio

Reggio

La multinazionale

L’israeliana Teva tra i fornitori di Farmacie comunali riunite, Capelli: «Non distribuire le medicine ai reggiani non penso abbia un effetto risolutivo»

Serena Arbizzi
L’israeliana Teva tra i fornitori di Farmacie comunali riunite, Capelli: «Non distribuire le medicine ai reggiani non penso abbia un effetto risolutivo»

Botta e risposta tra Pederzoli, del Collettivo Save MasaferYatta, e il presidente delle Fcr sulle relazioni con la casa farmaceutica

2 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Finalmente! Ma cosa significa? Farmacie comunali riunite continuerà a vendere prodotti dell’israeliana Teva?». Lo chiede Cosimo Pederzoli, del Collettivo Save MasaferYatta, che sottolinea come la posizione del sindaco di Reggio Marco Massari dopo l’invito di de Pascale allo stop alle relazioni istituzionali con Israele sia «importante e doverosa. Seppur tardiva va nella direzione giusta, quindi supportata. Ma sono necessari chiarimenti dalle istituzioni».

Pederzoli analizza alcuni rapporti tra le tre università statali israeliane e Unimore, «incontri promossi con Unindustria a Reggio con l’Ambasciata di Israele in Italia, per arrivare alla vendita di prodotti dell’israeliana Teva da parte di Farmacie comunali riunite». Si tratta di una «casa farmaceutica che concede ad aziende israeliane o straniere di operare nei territori occupati con regime economico privilegiato - specifica Pederzoli -. Impegnata a sostenere l’operazione militare a Gaza. La Teva è privata ma gode di sostegno statale israeliano. Il presidente di Fcr opterà per sostituire prodotti Teva facilitando la vendita di farmaci alternativi?».

Il presidente di Farmacie comunali riunite, interpellato dalla Gazzetta di Reggio, specifica che «Teva ha una buona fetta di mercato dei farmaci generici» ed è «uno dei nostri maggiori fornitori, con i quali abbiamo rapporti consolidati da anni. Del fatto che abbia la sede legale in Israele non ce ne siamo neanche accorti: si tratta, infatti, di una multinazionale con tantissimi stabilimenti in numerosi Paesi. Abbiamo rapporti anche con tanti altri e non abbiamo mai notato un coinvolgimento nella situazione politica internazionale».

Capelli e l’assessora Marwa Mahmoud hanno incontrato referenti di un’associazione che promuove disinvestimenti e sanzioni contro Israele. «Abbiamo instaurato un dialogo - specifica il presidente di Fcr - ma abbiamo anche fatto presente che decidere di ritirare prodotti dalle farmacie non è una scelta né coerente, né produttiva. Nel nostro caso, si tratta di rapporti commerciali e non istituzionali. Non mi sembra che questo rientri nell’appello di de Pascale. Inoltre, interrompere i rapporti istituzionali va bene, non distribuire le medicine ai reggiani non penso abbia un effetto risolutivo. La salute viene prima di qualsiasi azione geopolitica».