Gazzetta di Reggio

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Quattro mesi fa il rogo

Inalca, la bonifica non è finita. La carne avariata è ancora in quel che resta dello stabilimento

Massimo Sesena
Inalca, la bonifica non è finita. La carne avariata è ancora in quel che resta dello stabilimento

Ieri l’ultimo sopralluogo dei tecnici di Arpae e Ausl

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Reggio Emilia Assomiglia sempre di più a un maleodorante vaso di pandora quell’ammasso di materiali che sembra non volersene andare dal Tondo. Pareti, travi e lamiere distrutte dalle fiamme del devastante incendio del 10 febbraio, manufatti ammassati su resti di carne animale in putrefazione, un processo organico che in questi giorni è accelerato e accentuato dalle temperature già estive. Bonifiche e pericoli No, la pesante convivenza con i cattivi odori generati da carne in decomposizione per i residenti di via Due Canali è destinata a durare ancora. E non per cattiva volontà di Inalca, a cui il Comune ha chiesto di farsi carico della bonifica di quella porzione di stabilimento che ospitava le celle frigo piene, distrutte anch’esse nel rogo. Le operazioni di bonifica in corso all’interno di quel che resta dello stabilimento di Inalca dureranno ancora per un po’: è la conclusione a cui sono giunti i tecnici di Arpae e Ausl, al termine dell’ultimo sopralluogo che si è svolto proprio mentre la ditta incaricata da Inalca delle operazioni di bonifica era al lavoro. Perché – sembra incredibile – c’è ancora una grande quantità di carne sotto le macerie dello stabilimento. È proprio lì il punto: se per togliere di mezzo tutta questa carne avariata, prima si è atteso per settimane il via libera dalla Procura che sta svolgendo le indagini per appurare la natura dell’incendio, ora che è arrivato il via libera da parte della magistratura... non basta più. Perché le operazioni di bonifica, ancora oggi, non sono affatto semplici. E questo per il rischio che pezzi di quel che resta dello stabilimento possano collassare sotto il peso delle operazioni in corso. Per avere un’idea della gravità della situazione, basti pensare che gli ultimi sopralluoghi all’interno dello scheletro dello stabilimento, i tecnici di Arpae e Ausl li hanno compiuti “scortati” da una squadra di vigili del fuoco. Il parco al setaccio Fuori dall’area dello stabilimento, nel parco della Resistenza proseguono intanto le altre operazioni di bonifica disposte dal Comune dopo che erano arrivate nuove segnalazioni circa la presenza di frammenti e fibre di cemento-amianto che erano sfuggite ai primi controlli, quando il parco era stato chiuso per la prima volta. Poi, il sindaco Marco Massari era stato costretto a firmare una seconda ordinanza di chiusura del parco e a disporre una nuova bonifica, questa volta comprensiva dello sfalcio dell’erba con apposite macchine. Un’operazione, quest’ultima, iniziata mercoledì, proseguita ieri e che si dovrebbe concludere oggi. Sempre ieri l’assessora Carlotta Bonvicini e il portavoce dell’Associazione famigliari e vittime dell’amianto, Davide Vasconi hanno incontrato i residenti di via Due Canali che hanno espresso la loro preoccupazione per la lunghezza di queste operazioni di bonifica.

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