Fototrappole contro le discariche abusive: ecco la mappa
Reggio Emilia: le sanzioni vanno dai 200 ai 600 euro, si rischia fino alla denuncia penale
Reggio Emilia Le fototrappole potrebbero aver già fatto le prime “vittime”. Le apparecchiature montate dal Comune in diverse zone della città per cogliere sul fatto coloro che abbandonano i rifiuti – domestici, ingombranti o addirittura pericolosi – dove non dovrebbero sono infatti attive da una settimana, in via Turri come negli altri punti della città in cui il Comune ha deciso di installarle. Sono in tutto una decina le fototrappole installate (ognuna collegata a 4 telecamere) e attive dal 2 giugno scorso. A confermarlo alla Gazzetta è Davide Prandi, assessoere a cura dei quartieri e gestione dei rifiuti. «Le fototrappole – conferma l’assessore – sono attive dal 2 giugno e coprono alcune zone della città, secondo una mappa che abbiamo predisposto d’intesa con le Consulte. Periodicamente la ditta che le ha in gestione fornirà il risultato delle riprese che poi passerà a Iren o alla polizia municipale per i provvedimenti del caso». Per questa operazione il Comune ha previsto una spesa di 40mila euro l’anno per tre anni, le corso dei quali le foto-trappole potranno traslocare a seconda di dove ci sia l’esigenza di monitorare questa o quella situazione. «I dati – sottolinea Prandi – saranno comunque gestiti nel più rigoroso rispetto della normativa sulla privacy? La doppia destinazione si spiega con il fatto che le telecamere riprendono tutto, ma non tutto alla fine potrà essere sanzionabile.
Per capirci: per lo stoccaggio fuorilegge di rifiuti ingombranti, è facile che il furbetto di turno possa essere identificato, magari partendo dalla targa dell’auto che quasi certamente ha utilizzato per trasportare lì rifiuti che altrimenti non avrebbe potuto portare a spalla, camminando. Più problematica è l’identificazione del cittadino che a piedi deposita il sacco del rifiuto domestico dove non dovrebbe. «In quel caso – spiega Prandi potrebbe esserci d’aiuto una stima della produzione dei rifiuti in rapporto al numero dei residenti in quella zona. Nel caso notassimo, ad esempio, una produzione di rifiuti non in linea con la popolazione, allora dovremo mettere in atto altre misure di contrasto». L’idea è quella di appostamenti, utilizzando sia gli accertatori di Iren (che attualmente sono in tutto 6) sia le guardie ecologiche con cui il Comune sta chiudendo proprio in questi giorni un accordo. Al tavolo con Comune e Iren, per decidere le regole d’ingaggio e persino la divisa da adottare, ci sono i reponsabili delle Guardie ecologiche di Legambiente, oltre a quelli del Gruppo Guardie ecologiche volontarie, le Ggev, e quelli delle Green Odv. Le guardie ecologiche volontarie dovrebbero entrare in azione a settembre. E avranno compiti educativi, con una loro presenza stabile nelle scuole, ma anche di monitoraggio del territorio e soprattutto sanzionatori: ad eccezione dei reati di natura penale come ad esempio l’abbandono di rifiuti tossici o nocivi, le guardie ecologiche, sulla scorta di una legge regionale possono multare chi sgarra, al pari degli accertatori di Iren e della stessa polizia municipale, chiamati invece a intervenire di fronte a reati di natura penale. l © RIPRODUZIONE RISERVATA