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Il caso

Correggio, si finge malato con un ago infilato nel braccio per entrare in casa: poi minaccia un’anziana col cacciavite e la rapina

Correggio, si finge malato con un ago infilato nel braccio per entrare in casa: poi minaccia un’anziana col cacciavite e la rapina

Denunciato un 40enne: ha scavalcato il cancello, suonato alle 22.30 e raccontando di avere bisogno di aiuto

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Correggio Ha suonato al campanello dell’abitazione fingendosi bisognoso, con una storia drammatica e un ago nel braccio come presunta prova di un ricovero ospedaliero. In realtà, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, si trattava di un escamotage per introdursi nella casa di un’anziana di 83 anni, minacciarla e rapinarla. Per questi fatti un uomo di 40 anni, residente a Correggio, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per rapina aggravata e porto di oggetti atti ad offendere.

I fatti risalgono alla sera del 28 maggio scorso. Intorno alle 22:30, una pattuglia dei carabinieri della stazione di Correggio è stata inviata presso l’abitazione della vittima, dopo una segnalazione di rapina. Secondo il racconto dell’83enne, un uomo aveva scavalcato il cancello d’ingresso e, fingendosi bisognoso di denaro per aiutare presunti malati, aveva iniziato a minacciarla. Dopo il rifiuto dell’anziana, l’uomo si sarebbe impossessato di uno spray urticante trovato vicino alla porta, spruzzandolo contro la donna, per poi estrarre un cacciavite e costringerla a consegnargli un anello in oro che portava alla mano destra. Quindi si sarebbe allontanato, scavalcando nuovamente il cancello.


Le urla della donna e l’allarme lanciato da alcuni vicini – uno dei quali avrebbe gridato “Aprite, aprite, arriva la Polizia!” – hanno contribuito a far scattare l’intervento dei militari. Le testimonianze raccolte e la dettagliata descrizione fornita dalla vittima hanno permesso di realizzare un fascicolo fotografico. Sottoposto alla visione dell’anziana e di due testimoni, ha portato al riconoscimento di un 40enne domiciliato nella stessa cittadina. Sulla base degli elementi raccolti, i carabinieri hanno proceduto a denunciarlo. Le indagini, ora nelle mani della Procura reggiana, mirano a confermare i riscontri e ad accertare eventuali ulteriori responsabilità.