Corsa al rettorato di Unimore, Tommaso Fabbri replica alle promesse di Rita Cucchiara
Il candidato di Economia risponde alla professoressa di Ingegneria a 48 ore dal verdetto che lunedì 16 giugno consegnerà all’Università il successore di Carlo Adolfo Porro: «Un appello finale alla concretezza e alla responsabilità istituzionale»
Reggio Emilia Ultimi scambi prima del silenzio. Così, a 48 ore dal verdetto che lunedì 16 giugno consegnerà all’Università di Modena e Reggio Emilia il nuovo rettore, Tommaso Fabbri ha deciso di rispondere alla rivale Rita Cucchiara, o per meglio dire alle sue promesse che sono state riassunte in una lettera che la professoressa di Ingegneria ha inviato a tutto il personale tecnico amministrativo.
Le proposte di Cucchiara
Le proposte avanzate spaziano dalle progressioni retributive orizzontali a convenzioni sanitarie dedicate, dalla gratuità dell’università per dipendenti e figli a un maggior peso nelle consultazioni elettorali interne, fino alla promozione della mobilità tra strutture. Rimane un fatto, però, e cioè che la lettera, giunta nel pomeriggio di giovedì scorso, alla vigilia del ballottaggio del 16 giugno, contiene misure di non facile attuazione. In questo mix tra opportunità e strategia, insomma, si delinea la chiusura della campagna elettorale tra Rita Cucchiara e Tommaso Fabbri, appaiati dopo il primo turno – con quest’ultimo avanti di quattro punti nei voti ponderati – e ora protagonisti del ballottaggio per decretare il successore di Carlo Adolfo Porro.
La replica di Fabbri
Alle promesse di Cucchiara, lo sfidante Fabbri replica così: «Nel corso di questa campagna ho applicato il suggerimento di De Gasperi di promettere agli elettori un poco di meno di quello sarei riuscito a realizzare nel caso fossi stato eletto. E quindi ho elaborato e presentato pubblicamente un programma ambizioso per il nostro ateneo e nel contempo improntato a un doveroso e responsabile realismo, articolandolo in azioni tecnicamente e concretamente fattibili nell’arco del mandato. Diverso è stato l’approccio della professoressa Rita Cucchiara, che ha preferito ispirare il suo elettorato con visioni strategiche seducenti anche se non sempre radicate in una valutazione oggettiva delle loro fattibilità tecnica e/o economica. Come ieri, quando per conquistare il consenso della componente tecnico amministrativa e bibliotecaria della nostra comunità accademica, ha manifestato pubblicamente la volontà di far ottenere l’esonero dal pagamento delle tasse universitarie ai dipendenti e i loro figli. Con tale promessa la Prof.ssa Cucchiara mostra di non considerare vincolanti gli elementi basilari del nostro stato di diritto che impediscono di pensare prima, e si promettere poi, che lo status di figlia/o di un dipendente pubblico possa sostituirsi ai criteri meritocratici ed economici sanciti dalla legislazione sul diritto allo studio, nel quadro dell’articolo 3 della Costituzione. Si tratta quindi di una proposta irrealizzabile, e quindi di una falsa promessa. Analogamente la volontà espressa di stipulare una Convenzione con l’Azienda ospedaliero-universitaria per ottenere uno sconto sulle prestazioni specialistiche intramoenia per dipendenti dell’università e loro familiari avrebbe richiesto, almeno, una verifica preventiva della sua fattibilità. Anzitutto l’ipotetica convenzione è di molto dubbia legittimità, data la regolamentazione del welfare aziendale in ambito pubblico, che non può essere disinvoltamente ignorata. Inoltre, non si capisce perché tale beneficio dovrebbe essere riservato dall’Azienza Ospedaliera ai soli dipendenti dell’Università e non ai propri. A meno che la Professoressa non abbia pensato (e non esplicitato) che lo sconto sarebbe a carico del bilancio universitario: in tal caso dovrebbe averne accertata preliminarmente sia la legittimità giuridica che la sia sostenibilità finanziaria, per non far incorrere l’Ateneo in procedure della magistratura contabile e forse non solo di quella. La volontà espressa sembra quindi uno specchio per allodole, non rispettoso dell’intelligenza e della dignità dei dipendenti dell’Università. Valuti l’elettorato se sia questa la responsabilità istituzionale e la competenza programmatica che ci si attende dal futuro rettore di una importante università italiana».