Piazza Fontanesi, la rabbia dei locali: « Le persone identificate dalla polizia dopo dieci minuti tornano liberamente a sorseggiare drink»
Reggio Emilia, la denuncia dei gestori: « Fuochi sparati da inesperti ad altezza uomo, con il serio rischio di colpire qualcun o». Ora chiedono a gran voce un presidio fisso di sicurezza
Reggio Emilia «L’esposto che avevamo preparato lo dobbiamo ancora inviare, abbiamo in programma di mandarlo lunedì. Noi, a maggior ragione, chiediamo alle autorità un aiuto perché siamo lì per lavorare, e poi perché c’è il serio rischio che qualcuno, a forza di questi episodi, si possa fare male». C’è rabbia e frustrazione, il giorno dopo l’esplosione dei fuochi d’artificio, tra i ristoratori di piazza Fontanesi, come confermato dal presidente del comitato, Fabio Torricelli, anche perché quanto successo non è un episodio isolato ma solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che va avanti da diversi mesi.
La sensazione è che molti clienti e ristoratori, per non parlare di tanti reggiani, siano stanchi di queste prepotenze e si aspettino azioni decise da parte di chi di dovere. «Questi fuochi sono stati sparati da gente non esperta e, soprattutto, ad altezza uomo, con il serio rischio di colpire qualcuno – aggiunge Torricelli, titolare del Rookie–. Mantenere la sicurezza e la tranquillità sono essenziali per lavorare bene e per evitare che i clienti possano non sentirsi più a proprio agio. Quello che fa più rabbia, poi, è sentire dalle forze dell’ordine che più di tanto non possono fare. Il problema non sono loro, ma le leggi. La vigilanza privata? Prima aspettiamo di capire come le istituzioni intendano agire, poi vedremo. La vigilanza privata ha un costo che faremmo volentieri a meno di sostenere, ma che non escludiamo».
Deluso anche Luca Ferri, titolare del Mangiamore: «Sono stato in prima linea cercando di evitare una mega rissa che ha rischiato di scoppiare in piazza, ma quando vedi che le persone identificate dalla polizia dopo dieci minuti tornano liberamente a sorseggiare un drink, capisci che stanno vincendo “loro”. Stiamo andando verso le settimane più calde dell’anno, già avremo un calo naturale delle presenze, se non vengono presi provvedimenti seri, il nostro centro storico si svuoterà sempre di più». Federico Riccò, titolare della Bottega 29, precisa, alla luce di quanto è accaduto all’interno del suo locale due settimane fa, che «due indizi fanno una prova» e che «non è più neanche una questione di venerdì e sabato. Un presidio fisso, a questo punto, diventa ancora più urgente – sottolinea –. Il problema di insicurezza ormai è marcato e non è percepito solo dai ristoratori ma anche dalla gente comune. Qualcosa va fatto perché la situazione si ingigantisce sempre di più, anche perché i responsabili di queste azioni sanno perfettamente che più di tanto non possono essere puniti. Anche per il centro storico, che già non naviga in acque molto tranquille, queste situazioni non aiutano di certo». © RIPRODUZIONE RISERVATA