Scoppia il caso Shiva: canta al Mosa il rapper condannato per tentato omicidio ed è polemica. Il sindaco: «Sono stato leggero»
Casalgrande: le critiche del Pd per la scelta, il primo cittadino fa mea culpa
Casalgrande Fa discutere e non poco l’esibizione di giovedì del rapper milanese Shiva, condannato per duplice tentato omicidio, nel corso del Mosa Festival, la rassegna musicale e sportiva promossa a Casalgrande dall’associazione Power e in scena in questi giorni nella sportiva di via Santa Rizza ai Boglioni, nel capoluogo. Come le due precedenti edizioni, i partecipanti sono stati migliaia e l’amministrazione comunale ha sostenuto il festival con un contributo economico. Sui palchi si sono alternati diversi solisti, band e dj, e per il 12 giugno, il cartellone recitava di un “secret headliner”, un nome segreto, insomma, che si sarebbe scoperto solo sul momento.
Da tempo le voci sull’identità circolavano, e il nome di Shiva era quello più caldeggiato. Tutto confermato dai fatti, con l’esibizione del rapper in una delle prime uscite pubbliche dopo due anni di pausa forzata. Nel luglio 2023 Andrea Arrigoni, in arte Shiva, aveva sparato con una pistola alle gambe di due persone vicine a un “rivale”, Rondo da Sosa, che lo avevano minacciato nel suo studio di registrazione a Settimo milanese. È stato condannato per duplice tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione della pistola che è scomparsa. Dopo alcuni mesi in carcere, è passato poi agli arresti domiciliari e infine all’obbligo di firma. Il 18 marzo scorso la Corte d’appello milanese ha ridotto la pena da 6 anni e 6 mesi, a 4 anni e 7 mesi, riconoscendo attenuanti per buona condotta. È stato così possibile pensare a un nuovo tour, partito con tappe esaurite.
La presenza a Casalgrande ha generato stupore, anche perché il compenso sarebbe stato piuttosto elevato, nell'ordine delle decine di migliaia di euro, per un’esibizione non particolarmente lunga (sotto la mezz’ora). L’ex presidente del consiglio comunale casalgrandese Gabriele Torricelli, esponente Pd, si è interrogato pubblicamente: «E quindi a Casalgrande si è esibito il rapper Shiva, condannato (non indagato, condannato) a 6 anni di carcere per tentato omicidio. In un Comune dove si fanno spesso iniziative (lodevoli) per la legalità, poi si esalta uno così. Se all’amministrazione va bene, siamo a posto. Io spero di non rivederlo nelle nostre zone per un po’, soprattutto spero di non rivederlo in un festival finanziato dall'amministrazione comunale di Casalgrande». Parole che tirano in ballo direttamente il sindaco Giuseppe Daviddi. Il primo cittadino ammette la leggerezza nei controlli e in contempo garantisce sostegno al Mosa . «Non posso esimermi dal non condividere in parte le riflessioni dell’ex consigliere orricelli sull’esibizione di un artista all'interno del line up di quelli ospitati – comincia Daviddi –. Non voglio sottrarmi: avrei dovuto indagare meglio sulla sua storia e sono stato “leggero” nell’accettare che un personaggio che nella sua quotidianità lancia un certo tipo di messaggio alle giovani generazioni si esibisse e in quel contesto». Allo stesso tempo, «non può però essere un artista a inficiare un grandissimo successo per cui mi sento di ringraziare l’assessore Cristina Spano, insieme agli uffici tecnici del Comune e i ragazzi dell’organizzazione, che ha allestito egregiamente l’evento in tutti i dettagli. Il Mosa tornerà anche l'anno prossimo, in un luogo diverso, adeguato ai numeri e dimensioni che ha ormai raggiunto». l © RIPRODUZIONE RISERVATA