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Vertenza Manifattura San Maurizio, le femministe contro Max Mara: «Un brutto ritorno al passato»

Vertenza Manifattura San Maurizio, le femministe contro Max Mara: «Un brutto ritorno al passato»

Reggio Emilia, Spazio donna, Non una di meno, Nondasola e Donne in nero al fianco delle lavoratrici: «Una azienda che ha costruito il proprio successo sulla produzione di beni destinati alle donne, non può umiliare con atteggiamenti padronali i corpi delle lavoratrici»

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Reggio Emilia Le associazioni Spazio donna, Non una di meno, Nondasola e Donne in nero, si schierano dalla parte delle lavoratrici della Manifattura San Maurizio, che da settimane protestano contro Max Mara, denunciando le condizioni in cui sono costrette a lavorare. «Mentre plaude alla apertura del “Polo della Moda”, Reggio Emilia non può ignorare la fiera e coraggiosa protesta delle lavoratrici della Manifattura San Maurizio, Gruppo Max Mara – si legge nella nota –. La nostra Città, che ha visto le donne protagoniste di lotte e conquiste per i diritti sociali e civili dentro e fuori i luoghi di lavoro, non può rimanere indifferente. Con la loro protesta le lavoratrici denunciano un ambiente di lavoro oppressivo caratterizzato da modalità relazionali lesive della dignità di ognuna».

 

«Come movimenti e realtà femministe e transfemministe che da sempre si battono contro la violenza e le discriminazioni perpetrate anche nei luoghi di lavoro – proseguono le associazioni – siamo a fianco di queste donne che con la loro professionalità hanno permesso all’azienda di imporsi come brand internazionale e oggi denunciano condizioni di lavoro intollerabili, rivendicando diritti e rispetto. Una azienda – si legge ancora nella nota – che ha costruito il proprio successo sulla produzione di beni destinati alle donne, non può umiliare con atteggiamenti padronali i corpi delle lavoratrici facendone terreno di oppressione e disprezzo fino alla denigrazione più volgare. In un Paese che non perde occasione per dibattere e sottolineare il valore economico e sociale dell'occupazione femminile, manca un disegno politico a reale tutela della dignità del lavoro e di quello delle donne in particolare: quanto denunciato ci consegna in quadro desolante e intollerabile», si legge nella nota. «Vogliamo esprimere la nostra profonda indignazione per il comportamento inaccettabile di un’azienda, Max Mara, che sembra farci ripiombare nell’incubo dei sistemi di produzione e delle relazioni di lavoro di stampo fordista, con un’impronta marcatamente patriarcale e sessista. Chiediamo a questa città – concludono – di essere all’altezza dei valori da sempre affermati e che non possono restare mere enunciazioni, dando pieno sostegno alle lavoratrici e alle loro giuste rivendicazioni». l © RIPRODUZIONE RISERVATA