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Maturità al via per 3.838 reggiani, sarà l’ultima con le vecchie regole

Luciano Salsi
Maturità al via per 3.838 reggiani, sarà l’ultima con le vecchie regole

Domani la prima prova scritta, uguale per tutti, verterà sulla lingua italiana. Ieri si sono insediate le 98 commissioni, quattro in meno rispetto al 2024

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Reggio Emilia Sono 3838, un centinaio in meno rispetto ai 3965 dell’anno scorso, i giovani che da domani, mercoledì 18 giugno, sosterranno nella nostra provincia l’esame di stato impropriamente denominato "maturità" come quando, sessant’anni or sono, faceva sudare lacrime e sangue. A 3608 studenti delle quinte classi degli istituti statali si aggiungono i 140 delle scuole private paritarie e 90 candidati esterni.

La lieve diminuzione, dovuta al calo demografico, si riscontra anche sull’insieme regionale dei candidati, sceso a 35.882. Prevalgono gli iscritti agli indirizzi liceali, che sono 1664, pari ad una quota del 43,4% inferiore al 46,7% dell’Emilia-Romagna e al 51% dell’Italia intera. Nei tecnici se ne contano 1195, cioè il 31,1% rispetto al 34,2% della regione. Nei professionali i candidati sono 979, il 25,5%, una minoranza molto più consistente del 19,1% regionale. Si aggiungono le 97 persone che hanno seguito i corsi di istruzione per adulti, 81 in quelli di carattere professionale e 16 nei tecnici. Sosterranno un accertamento di altro genere, che non dà adito a un diploma.

Ieri, lunedì 16 giugno, si sono insediate le 98 commissioni esaminatrici, quattro in meno rispetto al 2024. Ognuna di esse è composta da un presidente, tre commissari esterni e tre interni per ciascuna delle due classi da esaminare. Il ministro Giuseppe Valditara ha preannunciato per il 2026 una riforma dell’esame di stato. Per quest’anno sono confermate le vecchie regole, con due sole novità. Per essere ammessi i candidati devono avere raggiunto il monte ore minimo di attività di "scuola-lavoro" Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Vi è poi un ostacolo relativo al voto di condotta: con meno di 6 salta l’ammissione, mentre con 6 il consiglio di classe assegna un elaborato critico di cittadinanza attiva e solidale da trattare durante il colloquio.

Domani la prima prova scritta, uguale per tutti gli indirizzi, verterà come sempre sulla lingua italiana. Avrà inizio alle 8.30 e consisterà nello svolgimento, nel tempo massimo di sei ore, di una delle tracce, solitamente sette, proposte dagli esperti nominati dal ministero. Sarà un avvio morbido, in attesa della più difficoltosa prova di giovedì, che riguarderà una o più discipline caratterizzanti l’indirizzo degli studi: latino per il liceale classico, matematica per lo scientifico, prima lingua per il linguistico, scienze umane per l’umanistico, discipline progettuali per l’artistico, tecniche della danza per il coreutico, economia aziendale per l’indirizzo tecnico di amministrazione, finanza e marketing, lingua inglese per il turismo, informatica per gli indirizzi di informatica e telecomunicazioni. Dopo la valutazione degli elaborati si svolgeranno i colloqui, secondo i calendari stabiliti dalle singole commissioni. Può essere attribuito un massimo di venti punti alla prima prova, alla seconda e al colloquio. Inoltre può arrivare a 40 punti il credito scolastico che riflette i voti ottenuti al termine degli ultimi tre anni di scuola. Al punteggio massimo di 100 centesimi si può aggiungere la lode se non vi è stata un’integrazione con un bonus.

Ai candidati dell’Emilia-Romagna rivolge un "in bocca al lupo!" il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Bruno Di Palma. Il suo messaggio si apre con una citazione di Albert Camus, premio Nobel per la letteratura, il quale ricordava con enorme gratitudine il suo primo maestro di scuola, "accanto al quale la vita era sgombra di ostacoli, bastava che si lasciassero guidare...". «Lasciarsi guidare - spiega Di Palma - non vuole dire abbandonarsi aprioristicamente a qualcun altro, ma è pur vero che avere fiducia richiede un’azione di generosità e coraggio, come ci ricorda Salvatore Natoli».© RIPRODUZIONE RISERVATA