Il Po e i suoi pesci-simbolo: luccio e pesce gatto, custodi di un ecosistema
Dal valore ambientale al ruolo nella cucina tradizionale, due specie che raccontano la ricchezza naturale e culturale del Grande Fiume.
Guastalla Nel Grande Fiume vivono due pesci molto iconici nell’immaginario collettivo, ovvero il luccio e il pesce gatto. Il luccio è un pesce d’acqua dolce dall’aspetto singolare: possiede infatti denti aguzzi e possenti, e una bocca a lungata a becco d’anatra. Queste sue caratteristiche lo configurano come un predatore fondamentale per il mantenimento de l’equilibrio interno al suo habitat, prevenendo la sovrappopolazione di specie particolarmente prolifiche. Questo animale, che può talvolta raggiungere i 30 kg, è un abitante di rilievo ne le acque del Po, al punto da averne profondamente segnato la civiltà: proprio da questa creatura, infatti, deriva il nome di Luzzara, originariamente Luciara.
Mentre sulle tavole, il Luccio lessato e condito, si sposa con una fetta di polenta abbrustolita. Il pesce gatto è un pesce di grande adattabilità e resistenza, capace di vivere anche in acque calde, povere d’ossigeno, o in condizioni di temporanea siccità, seppur privilegiando acque stagnati o a lento decorso. Non è raro incontrarlo nel tratto terminale del Po o nei canali di bonifica. Per queste sua robustezza, unita a la caratteristica sapidità de le sue carni, viene a levato in stagni a piscicoltura estensiva. Si tratta di una specie alogena, introdotta nel ‘900 dall’America Settentrionale, arrivando a diffondersi nell’intero Bacino del Po. A lato del suo valore culinario, il pesce gatto è anche fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema fluviale, siccome suo nutrimento sono anche specie invasive e nocive. l © RIPRODUZIONE RISERVATA