Reggio Emilia, in centro storico dopo quasi 30 anni chiude anche l’Atelier du Bois
Il negozio di antiquariato di via Fornaciari abbassa le serrande: «Ho cercato di tirare avanti, ma il centro è troppo peggiorato tra mancanza di gente, problemi di sicurezze e degrado»
Reggio Emilia Dopo 29 anni di attività, Silvia Severi ha abbassato per l’ultima volta la saracinesca di Atelier du Bois, il suo storico negozio di antiquariato in via Fornaciari. Una chiusura che pesa non solo per chi ha sempre apprezzato le sue proposte ricercate, ma anche come ennesimo segnale di un malessere più profondo che riguarda il cuore della città. «Purtroppo ho aspettato fin troppo. Dovevo farlo. Il centro non risponde più» dice Silvia con amarezza. «La situazione in centro storico non si è mai davvero risolta, anzi, è peggiorata. Credo non si sia mai fatto qualcosa di veramente utile per rilanciarlo».
A rendere inevitabile la decisione è stato un mix di fattori: parla di afflusso sempre più scarso, degrado e problemi di sicurezza e un tessuto commerciale che, a detta sua, si sta sfaldando. «A Natale, che dovrebbe essere il periodo più vitale, c’è stato il vuoto. Davvero un Natale povero, anche di presenze. Da lì ho capito che non potevo più andare avanti». Silvia ricorda con orgoglio quando, quasi trent’anni fa, aprì il suo negozio in un centro storico «vivace, elegante, pieno di botteghe e attività che attiravano anche chi veniva da fuori». Ma oggi il panorama è cambiato: «Si è distrutto quel tessuto. Le amministrazioni hanno portato avanti tanti discorsi sulla riqualificazione, ma senza mai un intervento strutturale. Ora è difficile tornare indietro nonostante le cose che stanno facendo».
Non nasconde la sua contrarietà alla ZTL e ai parcheggi a pagamento: «Hanno davvero complicato l’accesso. La gente rinuncia a venire. Bisognerebbe incentivare chi vuole aprire, aiutare davvero chi ha voglia di investire nel centro. Non punire». Per ora, Silvia non sa ancora cosa farà in futuro: «Resto con il magazzino in via Davoli, organizzo mostre ogni anno. Vedrò. Forse aprirò qualcosa d’altro. Di certo non chiudo con l’arte e la bellezza». Riconosce con gratitudine chi l’ha sostenuta fino alla fine: «Tanti miei clienti storici, ex clienti, amici, mi dicono che vorrebbero venire ma si scoraggiano nel vedere il centro così. Sempre più negozi chiusi, poco sicuro, degradato. È dura». (el.pe)