La Lega: «A Novellara una moschea abusiva: va chiusa»
L’eurodeputata Cisint, che è sotto scorta dopo le battaglie contro il radicalismo islamico, contro il circolo Assahaba. Il sindaco respinge: «E’ una associazione, mai causato problemi»
Novellara «Il sindaco deve intervenire e se non lo farà ci rivolgeremo alla prefettura perché le norme sono chiare e qui non può esserci una moschea». L’europarlamentare della Lega Anna Cisint, già sindaca di Monfalcone, nota per le sue battaglie contro il radicalismo islamico (per le quali vive sotto scorta), ieri mattina ha fatto tappa in via Falcone 9 a Novellara, davanti alla sede del circolo culturale Assahaba. «La destinazione d’uso urbanistica non può essere elusa - dice la parlamentare europea - Il piano regolatore prevede che l’immobile sia commerciale. Non si può svolgere attività di culto in modo stabile in un locale non idoneo. Il Consiglio di Stato è stato chiaro: le norme valgono per tutti». Con l’ex sindaca di Monfalcone ieri c’erano la consigliera comunale e capogruppo in Provincia Cristina Fantinati, il segretario regionale Matteo Rancan e quello provinciale Roberto Salati. «Fino al 2018, la giunta comunale autorizzava l’uso dell’immobile come luogo di culto - spiega Fantinati - Dopo l’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore, la sindaca ha smesso di concedere l’autorizzazione, sostenendo che l’attività di preghiera, se residuale, non richiede permessi. Ma qui si continua a pregare ogni giorno, come in una moschea vera e propria». Cisint e la Lega hanno annunciato di aver avviato una raccolta firme per sostenere un progetto di legge contro l’uso del velo integrale. «Non esiste libertà dove c’è costrizione. Il velo integrale non è una scelta: è uno strumento di controllo - dice l’europarlamentare - In tante città le donne islamiche non lavorano, non studiano, rimangono segregate». La legge 22 maggio 1975, numero 152, all'articolo 5, vieta l’uso di qualsiasi mezzo che travisi e renda irriconoscibile una persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo.
«La nostra proposta mira a togliere la dicitura, “giustificato motivo”, per evitare che quello religioso sia considerato un motivo. Serve chiarezza, come già avviene in molti paesi europei». La conferenza si è svolta a pochi chilometri dalla casa dove viveva Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa dalla famiglia nel 2021 dopo essersi opposta a un matrimonio forzato. «Novellara – ha detto Cisint – è una città simbolo. Alcuni fedeli intervistati fuori da questa moschea hanno giustificato l’idea che le donne non debbano studiare né lavorare. È una mentalità incompatibile con la Costituzione». Fantinati ha aggiunto: «Chiediamo controlli più severi anche per evitare che questi centri fungano da “madrasse”. Ci arrivano segnalazioni da diverse scuole della provincia: bambini che al mattino imparano i valori della democrazia e al pomeriggio vengono educati a una visione opposta, fondata sulla sottomissione».
La replica del sindaco
«Non è la prima volta che il locale di 80 metri quadrati in via Falcone, che ospita il centro culturale islamico, diventa oggetto di attacco politico - si legge in una nota del sindaco Simone Zarantonello - La struttura è la sede di una associazione culturale islamica attiva da anni e che mai ha causato problematiche di viabilità, ordine pubblico o anche semplice convivenza con le attività o i residenti . Un’associazione che dialoga con l’amministrazione, così come fanno anche tutte le altre. Sottolineiamo come, dal punto di vista urbanistico, non può essere giudicata abusiva un’attività svolta da un’associazione culturale che preveda anche un eventuale esercizio di culto, dal momento che il Codice del Terzo settore ha stabilito che “le sedi degli enti del Terzo settore (…) sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”». l © RIPRODUZIONE RISERVATA