Crollo demografico e boom di anziani: è emergenza a Reggio Emilia e Modena. Ecco cosa sta succedendo
I numeri presentati al Consiglio generale della Fnp Cisl Emilia Centrale: tra il 2010 e il 2025 gli anziani sono aumentati di 43.368 unità, la fascia d’età 75-84 anni in entrambe le province vola
Reggio Emilia Modena e Reggio Emilia stanno invecchiando. Tantissimo. I numeri presentati al Consiglio generale della Fnp Cisl Emilia Centrale sono chiari: tra il 2010 e il 2025 gli anziani sono aumentati di 43.368 unità, la fascia d’età 75-84 anni in entrambe le province vola (+15.3% a Modena, +14% a Reggio), gli over 85 anni superano ampiamente il 30% di incremento. Eccola, allora, la grande sfida del nostro tempo: garantire servizi dignitosi, accessibili e integrati a una popolazione sempre più fragile.
Posti letto per anziani non autosufficienti
Modena dispone complessivamente di 3.379 posti letto, Reggio Emilia ne ha 3.224. Stiamo parlando di tutti i posti letto nelle Casa Residenza Anziani e nelle Casa protetta (le Rsa), sia quelli a libero mercato che quelli a prezzo “calmierato” grazie all’uso del fondo regionale per la non autosufficienza. La copertura di posti letto in rapporto alla popolazione over 75 è maggiore a Reggio: 5.07% contro il 3.75% di Modena (1 posto ogni 20 anziani contro 1 ogni 27). Per gli over 85, Reggio garantisce 1 posto ogni 6 persone (copertura 15.59%), Modena 1 ogni 9 (11.46%). Anche nei Centri Diurni Reggio supera Modena: copertura 1.07% contro 0.69%. Un dato che segnala un maggiore investimento reggiano nella risposta ad un bisogno in crescita esponenziale: collocare anziani con gravi livelli di non autosufficienza in strutture residenziali o semiresidenziali in grado di garantire servizi sanitari e sociali adeguati.
Gestione, due modelli differenti
Chi gestisce i posti letto nelle case di residenza per anziani accreditate e nelle strutture private a libero mercato? A Modena il 74.6% dei posti letto si trova in strutture private convenzionate e il 16.3% è gestito direttamente dal pubblico. Per contro, a Reggio il pubblico gestisce il 42.6% dei posti letto complessivamente autorizzati e il privato convenzionato si attesta al 40.7%.
Province (e sfide) a confronto
Guardando al segmento chiave degli over 75 e alla gestione contrattualizzata dei posti letto – cioè quelli che hanno un prezzo calmierato per l’utente, pari a 54.15 euro al giorno, con l’impiego del fondo regionale per la non autosufficienza –, entrambe le province stanno al di sotto della soglia del 3% fissata dalla Regione (Modena: 2.66% - Reggio 2.82%). Inoltre se a Reggio, come detto, la quota di posti letto a diretta gestione pubblica è molto elevata (+24.4% rispetto a Modena), è altrettanto evidente, però, che qui il privato a libero mercato opera su una quota di posti letto pari al 16.7%, a fronte del più contenuto 9.1% registrato a Modena. Cosa ci dice questo numero? Modena ha coinvolto maggiormente il privato nella gestione pubblica dei posti accreditati. La sfida modenese è fare in modo che la qualità del servizio rispetti puntualmente i parametri fissati dalla regione per ottenere i quattrini dell’accreditamento, che permettono di offrire rette a prezzo calmierato. Reggio ha una guida pubblica più marcata, qui la sfida è quella di rendere meno onerosa la gestione, dato che il modello pubblico costa significativamente di più, ad esempio alla voce personale. In entrambi i casi la soglia del 3% di posti accreditati in rapporto alla popolazione over 75 si sta dimostrando troppo bassa rispetto ai volumi di invecchiamento registrati. Se già oggi i due territori non riescono a centrare questo obiettivo, come sarà possibile fare meglio in futuro contando su meno risorse?
Servizi per autosufficienti
Nei servizi per autosufficienti o con bassa fragilità (case albergo, appartamenti protetti, case famiglia, comunità alloggio), il sistema Modena offre più posti: 211 nelle case albergo contro i 106 di Reggio, 154 nelle comunità alloggio contro 54. Tuttavia, Reggio affida meno al libero mercato: solo il 20,3% dei posti nei Centri Diurni è a carico diretto delle famiglie, contro il 28,8% di Modena. Numeri marginali, sapendo che la domiciliarità sarà una leva cruciale per gestire l’invecchiamento.
Due territori, un’unica sfida
Il confronto Modena/Reggio evidenzia due approcci gestionali differenti sulla non autosufficienza e fa emergere l’urgenza di riprogrammare gli investimenti a favore dei servizi domiciliari, sempre più centrali. In un contesto di risorse pubbliche limitate, il focus è rafforzare la contrattazione territoriale, garantire equità nell’accesso e promuovere nuove forme di residenzialità leggera. Formule capaci di spostare il più avanti possibile l’ingresso dell’anziano nella non autosufficienza.