Il Parco della Reggia di Rivalta rinasce dopo tre secoli e grande restauro: sabato e domenica le giornate inaugurali
Reggio Emilia: un investimento complessivo di oltre 9 milioni di euro, di cui 6,8 milioni dal ministero della Cultura per il parco e 2 milioni per il palazzo
Reggio Emilia È stata una lunga attesa. E, forse, c’è stato un momento in cui immaginarsi il recupero della Reggia di Rivalta e del suo parco sembrava utopico. Invece, il sogno è diventato realtà: a tre secoli dall’inizio della sua storia, dopo due anni di lavori la città ritrova uno dei suoi luoghi simbolo. Era già un luogo nel cuore di molti, oggi lo sarà ancora di più. Ieri, i lavori sono stati ufficialmente presentati alla stampa. Sabato e domenica sono in programma due giornate di eventi inaugurali, poi da lunedì i cancelli saranno aperti.
L’investimento
il nuovo volto del parco e della Reggia c’è un investimento complessivo di oltre 9 milioni di euro, di cui 6,8 milioni dal ministero della Cultura per il parco e 2 milioni per il palazzo, con il contributo di circa un milione del Comune di Reggio. Qui c’è il paesaggio storico che si intreccia con il presente, offrendo ai reggiani un nuovo spazio pensato per accogliere e ispirare, tra le vasche, i belvedere, le grotte e la memoria viva della corte estense. Adesso, provare a immaginare come poteva essere maestoso un tempo è ancora più facile. Il progetto Il progetto del Parco, selezionato a seguito di un concorso internazionale – primi classificati: Openfabric, Alessandro Parodi, Fabrizio Polimone, F&M Ingegneria riuniti in Associazione temporanea d’impresa – recupera l’intuizione antica e le molteplici trasformazioni che lo hanno caratterizzato. Quanto rimasto del complesso monumentale della Reggia di Rivalta con il Belvedere, il Giardino Frutteto, il Muro di cinta, le Vasche, le Grotte, è stato oggetto di restauro scientifico e interpretativo. Il progetto ha inoltre previsto la ri-creazione di giardini estivi e invernali, la presenza dell’acqua con le quattro vasche-fontane, alberature a scandire e disegnare gli spazi (nuove piantumazioni tra pioppi neri, aceri campestri e olmi, oltre alla valorizzazione degli alberi esistenti, tra cui i filari di gelsi), spazi per attività ludiche e culturali. Il Parco è ora accessibile a tutti, grazie al puntuale superamento delle barriere architettoniche e con la realizzazione di percorsi adeguati, illuminato, dotato di sedute, panchine, arredi e servizi. C’è una storia lontana, che ha lasciato traccia nei paesaggi, qui a due passi dal Crostolo.
La storia
Nato intorno al 1726 come simbolo dell’Assolutismo, ispirandosi al parco della Reggia di Colorno e alle suggestioni di Versailles che all’epoca facevano scuola in Europa, il Parco della Reggia di Rivalta mantenne assetto e funzioni originarie per un periodo relativamente breve e la vasta area, cancellata quasi ogni traccia dell’opera barocca passando per Rivoluzione, Restaurazione e declino della dinastia Estense e dei suoi Stati fino all’estinzione, fu convertita a uso agricolo. Questo, fino a pochi anni fa. Ma non tutto era andato perduto. La Reggia di Rivalta invece fu costruita a partire dal 1724 e divenne residenza ducale degli Este fino al 1796. Dopo varie vicissitudini e demolizioni relative al corpo centrale e a parte dell’ala settentrionale, ciò che resta è l’ala meridionale. L’intervento di restauro e consolidamento ha consentito di recuperare i fronti del fabbricato e una parte del piano nobile (accessibile alle persone con disabilità) costituita da un corridoio che dà accesso a una successione di stanze e a due sale monumentali decorate dal pittore modenese Giacinto Venturi, allievo di Francesco Stringa. Dal passato al presente. Oggi il Parco della Reggia è un luogo da vedere, dove addentrarsi.
Da vedere
Una scoperta che passa dal parterre o giardino estivo: ispirato alla planimetria del parco così come rappresentata da Alfonso Tacoli nel 1751, il disegno del parterre propone un’interpretazione semplificata del progetto originale del 1726. Le geometrie barocche sono rievocate da siepi di carpino bianco, al cui interno si racchiudono superfici di prato e geometrie disegnate tramite l’impiego di arbusti sempreverdi. L’adiacente giardino d’inverno, con le sue fioriture invernali e le bacche dai colori vivaci, sarà un’attrazione anche nei mesi più freddi. È un filtro tra il parterre e il parco centrale che consiste in un’ampia area a prato che suggerisce un paesaggio dinamico e in continuo movimento nell’alternarsi delle stagioni. Quest’area testimonia una lunga fase storica del parco, nei secoli in cui era un semplice paesaggio agricolo. Chi la visita può attraversare i campi lungo i viali diagonali, scoprendo nuove viste prospettiche, sostare all’ombra delle pergole, oppure passeggiare lungo il boulevard. La rotonda degli olmi è uno spazio ampio e circolare situato all’angolo nord-est del Parco. Il prato da ballo (che sarà ultimato a settembre con la semina, come anche il Belvedere) è una vera e propria “stanza vegetale”. Di forma circolare e simmetrica alla rotonda degli olmi, ne rappresenta la controparte naturale, dove il grande prato è la superficie sulla quale organizzare balli e rappresentazioni dell’epoca. E tanto altro ancora. Tutto da scoprire.l © RIPRODUZIONE RISERVATA