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Il caso

I laureati dimezzati di Unimore: «Ingannati e abbandonati. Stiamo vivendo un incubo, c’è chi non riesce a dormire di notte»

Massimo Sesena
La nuova sede dell'università di Reggio nell'ex Seminario vescovile
La nuova sede dell'università di Reggio nell'ex Seminario vescovile

La rabbia dei 400 ex studenti del corso reggiano di Scienze dell’Educazione che hanno scoperto che la loro laurea non li abilita all’insegnamento

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Reggio Emilia Un incubo. È un vero e proprio grido d’allarme quello degli oltre 400 ex studenti che dopo essersi laureati in Scienze dell’educazione all’Università di Modena e Reggio hanno scoperto a metà giugno che la laurea conseguita, in alcuni casi anche cinque anni fa, oggi non li abilita a insegnare nei nidi e nelle scuole dell’infanzia.

Arrivano i sindacati

Gli oltre 400 ex studenti del corso di laurea in Scienze dell’educazione (si tratta di persone che si sono immatricolate negli anni 2017 e 2018 e che oggi sono tutte in possesso di una laurea, triennale o magistrale) hanno creato un gruppo whatsapp e hanno chiesto l’intervento dei sindacati. L’obiettivo è quello di cercare assieme all’Ateneo di arrivare a una sorta di sanatoria. Di questo si parlerà giovedì quando gli ex studenti incontreranno i rappresentanti sindacali a cui probabilmente verrà dato mandato di aprire una trattativa. Con il rettore uscente Carlo Adolfo Porro? Con la rettrice in pectore, la neoeletta Rita Cucchiara che però si insedierà soltanto a novembre? Difficile dirlo, così come è difficile ipotizzare a cosa possa portare l’intervento dei sindacati. Di certo, gli ex studenti hanno ben chiaro a chi chiedere conto di questa situazione. Chi ha garantito ciò che non poteva garantire o promesso ciò che non era in grado di mantenere. «Non solo - dicono gli studenti - nessuno in questi anni ci ha mai detto che erano sorti problemi circa l’abilitazione delle nostre lauree. Anzi, al momento della scelta tra il percorso in ambito sociale e quello dell’insegnamento nei nidi ci era stato detto che a prescindere dalla nostra scelta, avremmo potuto avere sbocchi lavorativi per entrambi i percorsi». E invece... Molti di questi ex studenti già lavorano, ma qualora dovessero lasciare il posto che ora occupano non potrebbero più far valere il titolo di studio che hanno conseguito a suo tempo. E questo, senza che nessuno - prima di qualche giorno fa - li avesse avvisati che le regole erano cambiate.

Ingannati e abbandonati

«Oltre al danno professionale, stiamo vivendo un vero e proprio incubo psicologico ed emotivo. C’è chi soffre di ansia, chi non dorme la notte, chi ha interrotto esperienze lavorative con la speranza di un futuro che ora ci viene brutalmente negato. Sentiamo di essere stati ingannati e abbandonati da un sistema universitario che non ha svolto il suo dovere minimo: informare e tutelare i propri studenti».

La vicenda

La storia è quella di due decreti ministeriali: «Nel 2017 - spiegava la professoressa Annamaria Contini, direttrice del Dipartimento che ha la sua sede nel palazzo dell’ex seminario vescovile in viale Timavo - è stato emanato un decreto, il numero 65, che stabilisce alcune novità importanti per il personale educativo nei servizi per l’infanzia: da allora non è più sufficiente la laurea in scienze dell’educazione e della formazione. Serve un curriculum specifico, a cui le università italiane hanno dovuto adeguare i propri piani di studio. L’attivazione dei nuovi corsi di laurea, però, è stata possibile solo dopo l’emanazione di un nuovo decreto, l’anno successivo. Il risultato è stato la creazione di un vuoto temporale, tra il 2017 e il 2019, a cui i singoli atenei hanno cercato di dare risposte per la tutela dei propri studenti». È proprio la risposta che l’ateneo ha dato in questi giorni che non piace per niente ai 400 laureati dimezzati che respingono al mittente anche l’ipotesi che, oltre a doversi rimettere a studiare, debbano pure pagare una nuova immatricolazione, con una cifra che si aggira attorno ai 500 euro. E c’è chi dice che potrebbe essere questo costi un argomento della trattativa che si aprirà nei prossimi giorni tra gli ex studenti e l’ateneo di Modena e Reggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA