Polo della moda, Gasparri: «La classe politica locale ostacola le imprese». Fratoianni risponde: «Max Mara senza vergogna»
Il presidente dei senatori di Forza Italia e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra intervengono sulla vicenda legata al progetto all’ex Fiere di Mancasale
Reggio Emilia L’abbandono del progetto del Polo della moda da parte di Max Mara sta facendo scalpore anche a livello nazionale. Sulla questione è intervenuto Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia: «Appreso della grave lettera inviata all’amministrazione comunale di Reggio Emilia ed al sindaco Marco Massari da parte di Luigi Maramotti, presidente del gruppo Max Mara, nonché presidente di Credem Banca, che determina la scelta dell’azienda di rinunciare unilateralmente all’importante investimento nella zona fiera relativo alla realizzazione del Polo della moda reggiano che avrebbe potuto lanciare un territorio grazie agli investimenti di una importante Griff italiana che da sempre ha sede a Reggio ed opera da li commercializzando il Made in Italy in tutti gli angoli del mondo con le proprie collezioni, il pregiudizio e la mancata disponibilità del sindaco Massari oltre all’allinearsi alle sirene della Cgil Reggiana, hanno precluso un investimento di nevralgica importanza per il settore delle confezioni italiane. Ancora una volta emerge che l’Emilia nel suo cuore profondo ha grandi imprenditori che hanno enormi successi nei mercati di tutti i continenti nonostante una classe politica amministrativa locale di sinistra da sempre inadeguata e spesso di ostacolo allo sviluppo delle tante imprese locali».
L’intervento di Fratoianni
Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, ha commentato la vicenda attraverso i propri canali social: «E alla fine Max Mara si vendica sulle lavoratrici e sulla città di Reggio Emilia dopo la denuncia delle condizioni inaccettabili nello stabilimento di San Maurizio in provincia, confermate dall'ispettorato del lavoro. Ieri la lettera a sorpresa dove comunica che non investirà più nel polo della moda di Reggio Emilia per "proteggere la reputazione dell'azienda". Come se la reputazione aziendale fosse messa in discussione dalle proteste di chi lavora e chiede condizioni giuste e dignitose, e non dai vertici che hanno scelto di macchiare la propria azienda di sfruttamento e discriminazione. Certi imprenditori pensano davvero - prosegue il leader di SI - di poter fare quello che vogliono, di insultare e discriminare le lavoratrici, di pagarle poco e farle lavoratore fino allo sfinimento? E poi fanno le vittime quando la verità viene a galla e tentano ritorsioni. Sono senza vergogna. Tutta la nostra solidarietà - conclude Fratoianni - a lavoratrici, sindacati e istituzioni locali che chiedono solo diritti e dignità. Una cosa è certa: l’Italia non può essere ostaggio di questi padroni che pensano di poter comandare tutti e tutti».