Polo della moda, l’opposizione all’attacco: «Massari si arrenda e dia le dimissioni»
Alessandro Aragona, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, e Giovanni Tarquini, capogruppo di Reggio Civica, condannano l’operato del primo cittadino
Reggio Emilia Le dimissioni del sindaco: le invocano esplicitamente il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Alessandro Aragona e il capogruppo di Reggio Civica, Giovanni Tarquini. Durante il dibattito sull’aumento della Tari, infatti, la notizia del dietro front di Max Mara dal Polo della moda - che ricorda in qualche modo il fallimento di Silk Faw per la portata del maxi progetto poi non andato in porto - è stata così dirompente da non poter essere certamente ignorata.
Il consigliere Carmine Migale (Reggio Civica) definisce «un fatto molto grave il ritiro di Max Mara dal Polo della moda. Pensiamo che la maggioranza si debba assumere le responsabilità e fare autocritica». Il capogruppo Giovanni Tarquini parla di «inadeguatezza del sindaco e della sua maggioranza nella gestione di una delle operazioni economiche più importanti se non la più importante. Nel prendere posizione, in modo ideologico, contro l’azienda addirittura provocando un dibattito parlamentare sulla condizione delle lavoratrici è stato dato un colpo all’onorabilità dell’azienda e della famiglia. È chiaro che i lavoratori vanno tutelati e sui loro diritti non devono prevalere interessi economici di chicchessia, ma l’occasione perduta è a dir poco vitale per Reggio, e la naturale conseguenza dovrebbero essere da parte dei nostri amministratori autocritica e dimissioni».
Aragona tuona chiedendo le dimissioni «del sindaco Massari: si arrenda perché dopo un anno di amministrazione, oggi l’inadeguatezza della giunta e del sindaco tocca il suo culmine sul polo della moda che abbiamo votato una settimana fa in quest’aula. Un’occasione persa per la mancata capacità di tenere rapporti importanti: bisogna vergognarsi. Da un anno sentiamo dai banchi delle reprimende, manco ci fosse Catone il censore che ci spiega come ci si comporta in Consiglio comunale e oggi il Gruppo ci dice che non fa per colpa vostra un investimento imprenditoriale sulla nostra città».