Max Mara rispedisce al mittente le accuse sulle condizioni di lavoro: «I nostri collaboratori sempre al centro»
La risposta del colosso del fashion dopo la mobilitazione alla Manifattura San Maurizio
Reggio Emilia «La nostra azienda non è abituata a commentare, ma a lavorare».
Sono queste le premesse da cui muove l’intervento di Max Mara Fashion Group. Se lunedì, l’azienda era intervenuta pubblicamente per annunciare la marcia indietro rispetto al Polo della moda, ieri il colosso del fashion ha respinto al mittente le accuse sulle condizioni di lavoro.
Nelle scorse settimane si era svolto uno sciopero storico delle addette della Manifattura San Maurizio. Un evento giudicato da molti “storico”, dal momento che non si ha memoria di una mobilitazione simile, almeno negli ultimi tempi. La Filctem Cgil aveva denunciato: «Qui siamo fermi agli anni ’80 . Nonostante i nostri sforzi per costruire un confronto produttivo la direzione aziendale ha alzato un muro ed è indisponibile alle nostre richieste e ad ascoltare i problemi concreti delle maestranze. Questo sciopero vuole dare un segnale forte alla direzione affinché si possa inaugurare una nuova fase di relazioni improntate in primis sul rispetto di chi lavora».
Le lavoratrici della Manifattura San Maurizio sono state poi protagoniste di una protesta, nel maggio scorso, durante la presentazione del progetto da oltre 100 milioni che avrebbe dovuto essere realizzato nell’area di Mancasale.
L’azienda ha deciso di rispondere e non ci sta a sentirsi definire nei modi dichiarati dalle lavoratrici della Manifattura San Maurizio.
«Per coerenza con il nostro stile, abbiamo atteso alcuni giorni prima di intervenire pubblicamente sulle notizie che riguardano le nostre politiche del lavoro: la nostra azienda non è abituata a commentare, ma a lavorare - afferma Max Mara Fashion Group -. Da sempre mettiamo al centro dell’attenzione l’impegno quotidiano, i nostri collaboratori, il rispetto delle regole e la qualità del prodotto, convinti che sia questo il modo più autentico per contribuire a dare valore al nostro territorio e al nostro Paese».
«Oggi, tuttavia, a causa di una campagna caratterizzata da disinformazione, sensazionalismo e superficialità sentiamo il dovere di prendere parola e intervenire, sia per rispetto della verità che a tutela delle persone che ogni giorno, da quasi 75 anni, lavorano per la reputazione e il prestigio di Max Mara Fashion Group. Ci ha sorpreso che accuse infondate in merito alle condizioni di lavoro vigenti all’interno di un’azienda del nostro gruppo – sino a insinuare che non vi sia rispettata la legalità – abbiano alimentato una narrazione che offende innanzitutto le persone che vi lavorano».
«Intendiamo smentire che vi sia all’interno di Max Mara Fashion Group un clima lesivo della dignità delle persone, come confermato dall’intervento pubblico di una folta rappresentanza di lavoratrici della Manifatture di San Maurizio», conclude l’azienda, riferendosi ai 68 lavoratori che, punto per punto, hanno risposto alle critiche mosse dai colleghi durante le diverse fasi della mobilitazione.
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