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Polo della Moda, Massari: «Disponibili a riaprire il confronto con Max Mara». E respinge le richieste di dimissioni

Serena Arbizzi
Polo della Moda, Massari: «Disponibili a riaprire il confronto con Max Mara». E respinge le richieste di dimissioni

Il primo cittadino risponde poi alle opposizioni: «Dovrebbero essere più rispettose e lottare per per il progetto»

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«È stata una decisione a ciel sereno, che ci ha lasciati stupiti e rammaricati. C’era tutta la possibilità di instaurare un dialogo e tuttora noi siamo disponibili».

Il sindaco Marco Massari ha inviato ieri una lettera in risposta alla missiva del presidente del Max Mara Fashion Group, Luigi Maramotti, il quale ha comunicato di rinunciare al Polo della moda a Mancasale, un investimento da 100 milioni di euro. Massari, insieme al vicesindaco Lanfranco de

Franco e all’assessore alla rigenerazione urbana Carlo Pasini, che insieme ai tecnici del settore ha seguito tutte le fasi di sviluppo del progetto, indica come l’amministrazione non abbia mai avuto dubbi sul progetto e, al tempo stesso, ricorda che il piano è stato approvato all’unanimità dopo un «iter durato solo 13 mesi nel rispetto dei tempi concordati. Si tratta di un progetto di importanza strategica, di riqualificazione dell’area delle fiere e saremo sempre al fianco degli imprenditori che generano ricchezza e lavoro. Abbiamo sempre auspicato, anche di recente, corrette relazioni industriali come è tipico del nostro territorio. L’approvazione in Consiglio comunale non è stata condizionata e non lo sarà in futuro dallo sviluppo delle relazioni industriali che riguardano solo le parti».

«Sono il sindaco di tutta la città - continua Massari - è mio dovere incontrare e ascoltare tutti i cittadini. La mia posizione tenuta finora è stata di grande equilibrio.

Abbiamo ricevuto una delegazione di lavoratori il 25 giugno e domani (oggi per chi legge, ndr) incontrerò un’altra delegazione con posizioni diverse. Abbiamo sempre sostenuto che programmazione urbanistica e dialettica imprenditori/lavoratori debbano correre su piani del tutto separati. Vi è tuttala mia disponibilità a riprendere il dialogo con la proprietà nella massima trasparenza sgombrando il campo da malintesi».

Massari parla di «tentativi di contatto» con Max Mara «nelle ultime settimane e ore. Il dottor Maramotti mi ha inviato una lettera alla quale ho risposto e c’è la massima disponibilità a riprendere il dialogo».

E riguardo alla richiesta di dimissioni arrivata da Fratelli d’Italia, da “Reggio Civica” di Giovanni Tarquini e dalla Lega, Massari respinge la richiesta al mittente: «Le opposizioni dovrebbero avere un atteggiamento più rispettoso non solo del sindaco ma di tutta la città e contribuire ad abbassare i toni – chiosa il primo cittadino -. Tutti dovrebbero lavorare

per portare a termine questo progetto». E non si rimprovera nulla. «Quello che abbiamo fatto in questo settimane è stato uno sforzo intenso», sottolinea Massari.

Sulle voci di una possibile denuncia circolata ieri mattina per danno d’immagine nei confronti del sindaco, Massari risponde che «non ci sono affermazioni da parte di esponenti della giunta o mie che possano aver leso l’immagine di Max Mara». E quando gli si chiede di ipotizzare una percentuale di probabilità sulla riapertura dei rapporti con il colosso del fashion il primo cittadino si ferma su una cifra che oscilla

«tra il 20 e il 25 percento a essere ottimisti, ma dovremo

fare tutto il possibile».

L’assessore alla rigenerazione urbana, Pasini, interpellato su eventuali varianti al piano, spiega che «l’iter è aperto, siamo in attesa che si verifichi l’evolversi della situazione. Si prenderà atto della mancata firma della convenzione e l’iter decadrà».

La procedura in questione prevede sei mesi per la firma della convenzione. E sulla base di un nuovo progetto dovrebbe «ripartire da zero», puntualizza l’assessore. L’area, nel frattempo, rimane a destinazione produttiva. «Mi auguro che ci sia la possibilità di recuperare questa procedura – argomenta Pasini -. Stiamo lavorando su questo progetto da

un anno e mezzo. Sono stati rispettati i tempi concordati con l’azienda entro il 30 giugno. Il 23, infatti, gli atti sono stati adempiuti completamente».