Manifattura San Maurizio, Massari riceve i dipendenti che difendono Max Mara
La delegazione ha rappresentato condizioni lavorative diverse da quelle illustrate dalle colleghe. La Cgil attacca: «Tra i firmatari a malapena una ventina sono operaie»
Reggio Emilia Ieri pomeriggio, mercoledì 2 luglio, il sindaco Marco Massari ha incontrato una delegazione di dipendenti dell’azienda Manifatture San Maurizio che hanno chiesto di essere ricevute in rappresentanza delle 74 firmatarie del comunicato stampa inviato agli organi di informazione nei giorni scorsi. «La delegazione ricevuta oggi (ieri per chi legge, ndr) ci ha rappresentato condizioni lavorative assai diverse da quelle illustrate dalle colleghe che hanno avviato una vertenza sindacale. In particolare ci hanno parlato di condizioni di lavoro positive, attente e rispettose dei diritti delle lavoratrici», afferma il sindaco che ha ascoltato con attenzione, approfondendo i temi e ha ringraziato infine per l’incontro ribadendo la propria disponibilità all’ascolto.
«Anche a queste lavoratrici - conclude il sindaco - ho detto che auspico nel dialogo con i vertici aziendali». Nei giorni scorsi tra i 68 e i 74 dipendenti hanno preso posizione contro le proteste delle colleghe della Manifattura San Maurizio, perché sarebbe stata data una «rappresentazione distorta del nostro ambiente di lavoro». In particolare, si legge nel documento: «Riteniamo inaccettabili i toni aggressivi, le accuse personali e alcune espressioni utilizzate durante la protesta, come "schiave", "obese" o "mucche da mungere", che non rispecchino in alcun modo il clima nello stabilimento, né il vissuto della maggioranza di noi».
«Non possiamo dire nemmeno erano 4 amici al bar visto che risultano essere stati ricevuti in 3 perché un quarto, seppur presente non è nemmeno più dipendente dell’azienda...», scherza , ma non troppo il segretario generale della Cgil reggiana Cristian Sesena commentando l’incontro in municipio di ieri pomeriggio. «A me risulta che dei firmatari a malapena una ventina siano operaie, ossia condividano i problemi di lavoro delle lavoratrici che hanno scioperato; gli altri sarebbero capi reparto, manutentori e impiegati. Poi il fatto che nessuno dei presenti ci abbia messo la faccia e abbiano schivato la stampa e le telecamere la dice lunga sul livello di convinzione con cui stanno interpretando la parte assegnata loro dall’azienda».«La verità, come si dice a Reggio sta in poco posto: le lavoratrici che hanno scioperato ci hanno messo la faccia e si sono esposte - rimarca il segretario della Cgil Cristian Sesena -. Questi hanno preferito entrare da un ingresso secondario. Strategia debole quella di Max Mara che invece di affrontare i problemi prova, nel solco della sua tradizione padronale, a dividere i lavoratori e a nascondersi dietro queste presunte divisioni».