Lauree “mutilate”, la Regione chiama il Ministero: «Chiesta una sanatoria al Governo»
Sul caso interviene l’assessore regionale Isabella Conti: «Incontro proficuo con la ministra Bernini, ora attendiamo. Non possiamo pensare che tante educatrici perdano il lavoro e tornino a studiare»
Reggio Emilia Il caso Unimore, per cui ci sono oltre 400 ex studentesse di Scienze della Comunicazione e ora educatrici, a cui è stata "mutilata" la laurea, ora non più valida per insegnare al nido, arriva in Regione. L’assessore alla Scuola Isabella Conti ha avviato un dialogo direttamente con il ministero dell’Istruzione e del Merito e con il ministero dell’Università e della Ricerca per chiedere una sanatoria. Un abbuono per oltre 400 studenti (ma ce ne sarebbero migliaia in tutta Italia) che altrimenti, sempre secondo quanto ha comunicato Unimore, dovrebbero tornare sui banchi e dare alcuni esami mancanti, svolgere il tirocinio e scrivere una nuova tesi al costo di 500 euro. Rischiando anche di perdere il posto di lavoro, visto che alcuni datori si sono già messi avanti: «Senza la laurea adeguata ti licenzio» si è già sentito dire qualcuno.
«Abbiamo già avviato un’interlocuzione scritta con il ministero, sia dell’Istruzione e del Merito che dell’Università e della Ricerca - commenta l’assessore regionale Conti - In particolare abbiamo parlato direttamente con il ministro Bernini, chiedendo collaborazione. C’è stata grande disponibilità. Quello che è fondamentale è una sanatoria per gli ex studenti, che se già stanno lavorando dovrebbero smettere e tornare a studiare. Non possiamo pensare che chi sta lavorando e ha famiglia possa permettersi di interrompere la propria attività lavorativa. Serve assolutamente una sanatoria». Il caso è nato a causa dell’adeguamento tardivo dell’Università di Modena e Reggio, così come altre in tutta Italia, al decreto 65 del 2017.
«Il secondo decreto che disciplinava come le università avrebbero dovuto recepire il precedente è arrivato un anno dopo. E quindi si è creato un vuoto di un paio d’anni. Mentre altri atenei, come quello di Bologna, che avevano avviato corsi sperimentali hanno di fatto anticipato i contenuti del decreto. Senza così aver bisogno di adeguarsi. Preciso che il caso riguarda circa 30mila studenti in tutta Italia. Non è accettabile che tutte queste persone vengano penalizzate, non hanno colpe. Senza considerare che se ci trovassimo senza tutte queste educatrici sarebbe impossibile garantire i servizi all’infanzia» aggiunge l’assessore Conti.
Per oltre 400 ex studentesse di Unimore sono ore di ansia. Stanno vivendo un incubo da ormai una ventina di giorni, dopo che hanno ricevuto una comunicazione dall’università che, di fatto, sancisce come la loro laurea non sia più valida per insegnare all’asilo nido. Tante di loro lavorano, hanno magari un posto a tempo indeterminato guadagnato dopo anni di precariato e sacrifici. Alcune, dopo la laurea a Unimore, sono tornate alla città d’origine, magari a migliaia di chilometri di distanza. E ora si ritrovano con nulla in mano, se non incertezze. Rischiano di perdere il posto di lavoro e di dover tornare a studiare lasciando la famiglia. Ora si sono riunite e chiedono a gran voce una sanatoria, che deve arrivare alla svelta visto che il tempo scorre e il prossimo anno scolastico non è lontano. Alcune di loro stanno già ricevendo mail dal datore di lavoro che della serie "ti lasciamo a casa se non hai i titoli per insegnare". Ma al momento la situazione è in stand by. La palla è nelle mani del Governo. «Da parte della ministra Bernini c’è stata grande disponibilità. La Regione sta facendo il massimo. Io confido si possa trovare una soluzione. La prossima settimana torneremo a contattare il ministero per capire dai loro approfondimenti cosa è emerso e per trovare una soluzione comune» conclude Conti.