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Bollo auto, dal 2026 si cambia: ecco le novità per pagamenti, scadenze ed esenzioni

TRAFFICO E SMOG AUTO.VIALE PIAVE
TRAFFICO E SMOG AUTO.VIALE PIAVE

E’ frutto del 17esimo decreto attuativo della riforma fiscale varato dal Consiglio dei ministri, che mira a «semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione»

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La norma non è ancora legge, ma quasi. Il testo è infatti stato approvato dal Consiglio dei Ministri come scheda di decreto legislativo che attua la delega fiscale "recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale". Stiamo parlando del bollo auto che, a partire dal 2026 e per le vetture immatricolate a partire appunto dal 1° gennaio del prossimo anno presenterà diverse novità, mentre per le vetture precedentemente immatricolate resta valida la normativa attuale. La base di calcolo del bollo auto 2026 rimane comunque allo stesso modo legata a potenza del veicolo e alla classe ambientale, esattamente come oggi. La novità è frutto del 17esimo decreto attuativo della riforma fiscale varato dal Consiglio dei ministri, che mira a «semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione».

Appena uscita non ha comunque mancato di suscitare diverse perplessità. La principale novità riguarda il pagamento e la relativa scadenza. Scompare la rateizzazione: non più quindi pagamenti ogni quattro o sei mesi ma in una unica soluzione, con scadenza fissata entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di prima immatricolazione, e ogni anno si ripeterà nello stesso mese. In pratica ognuno avrà il suo giorno entro il quale pagare, la scadenza non sarà più quella per tutti come funziona finora. Fa discutere poi la decisione di far pagare il bollo anche per vetture sottoposte a fermo amministrativo. Viene così superata la sentenza della Corte Costituzionale del 2017 che contemplava l’esenzione in questa circostanza.

La questione delle possibile esenzioni poi cambia di prospettiva. Il bollo auto infatti torna ad essere in tutto e per tutto una tassa regionale il che apre la strada a politiche fiscali locali: le regioni potranno così decidere esenzioni o sconti, ad esempio per elettriche, ibride, GPL o metano. Oggi molte Regioni già offrono esenzioni fino a 5 anni o permanenti per veicoli green, ma dal 2026 tutto dipenderà da ciascun ente locale. E, paradossalmente, alcune regioni potrebbero al contrario decidere di far pagare il bollo anche alle auto elettriche, dato che la scelta dal prossimo 1 gennaio rientra nella loro piena autonomia. L’esenzione dal bollo è stata a lungo uno dei principali incentivi all’acquisto di veicoli elettrici, contribuendo peraltro a bilanciare i costi iniziali più elevati rispetto ai modelli tradizionali. Questa agevolazione appunto variava da regione a regione, con alcune che offrivano un’esenzione di cinque anni e altre, come la Lombardia, che garantivano un’esenzione a vita. Tuttavia, questa la preoccupazione di chi è interessato a una scelta green per la prossima vettura, c’è chi vede come probabile l’introduzione di nuove normative che potrebbero ridefinire il concetto di risparmio associato alle auto elettriche. Sebbene quindi non si parli ancora di un’abolizione totale del bollo, sono in arrivo modifiche sostanziali che interesseranno tutti gli automobilisti, e si prevede anche un impatto particolarmente rilevante per il segmento elettrico.

Più in generale saranno le Regioni a decidere in tal senso. In questo senso si concede più potere agli enti locali, ma questo genera anche maggiori incertezze per chi vuole capire davvero quanto si troverà a pagherà e quando, anche in caso di un veicolo elettrico, ibrido, GPL o metano. Insomma, per i cittadini poche agevolazioni e tante tasse da pagare, anzi sempre più tasse, nonostante i rincari anche in altri campi finiscano con l’incidere pesantemente sulle famiglie. Resta invece il superbollo per le vetture con potenza superiore ai 185 kW, nonostante il ministro Salvini avesse detto più volte di aver intenzione di toglierlo.