Ilaria Capua: «Sui cambiamenti climatici ciascuno è chiamato a fare la propria parte»
La virologa di fama internazionale sarà ospite questa sera in piazza San Prospero per una lectio magistralis, con l’introduzione del sindaco Marco Massari
Reggio Emilia «I grandi problemi del pianeta si risolvono esercitando un senso di responsabilità condiviso. C’è bisogno di tutti per contrastare gli effetti del climate change e non solo». Parola di Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, oggi protagonista in città. La professoressa terrà infatti una lectio magistralis sull’innovativo concetto di “Salute circolare”. L’incontro si terrà oggi, mercoledì 9 luglio, alle 18 in piazza San Prospero, con l’introduzione del sindaco Marco Massari. Un’occasione preziosa per pensare il futuro della salute e del pianeta in chiave integrata e sostenibile e anche il momento per soffermarsi su un problema che tiene gli allevatori con il fiato sospeso: la dermatite bovina, per cui a Reggio è scattata la sorveglianza.
Cosa implica l’estensione dei casi di contagio di questa malattia?
«Quando ho studiato io la dermatite nodulare, questa malattia era considerata esotica, al di fuori nostri confini, per il suo manifestarsi soprattutto in Africa e Asia, in contesti di climi molto caldi. Il fatto che oggi sia arrivata prima in Sardegna poi nella provincia di Mantova significa che questo virus sta approfittando di alcune situazioni climatiche, ad esempio, per espandersi su latitudini più temperate. La malattia si trasmette principalmente attraverso vettori, come insetti e zecche».
Come si collega con la salute circolare?
«Questa visione vede la salute come un problema da un lato e un circolo virtuoso dall’altro visto che viviamo in un sistema chiuso. Farò riferimento a un terrario, ovvero quelle bottiglie con dentro un microecosistema. Il nostro pianeta non è diverso: non esiste una valvola di sfogo per i gas e per fare sfiatare la temperatura fuori dall’atmosfera. Nel terraio convivono umani e animali, piante e microorganismi. Con l’aumento dei disequilibri nel terrario, si possono trasmettere in modo efficace malattie, come la Dengue, di cui sono presenti focolai in Italia. Anche questa era una malattia esotica. Oppure ancora, la dermatite nodulare dei bovini, una malattia che darà grattacapi ai servizi veterinari regionali e nazionali».
Come si può combattere?
«Va innanzitutto diagnosticata e poi combattuta. Il lockdown o il sequestro degli animali è utile ma non risolutiva, la malattia si muove con gli animali infetti ma anche con i vettori. Visto che si trasmette con gli insetti bisogna che anche noi teniamo le antenne dritte: viviamo in un sistema iperconnesso non solo per quanto riguarda i telefonini… Questa nuova emergenza fa capire come queste malattie non abbiano confini. Questa malattia non si presentava in Europa da molti anni ma se si abbassa la guardia il suo manifestarsi dimostra che può ricomparire. Pensiamo a come si stravolgono gli ecosistemi dopo le alluvioni, ad esempio, che portano alla proliferazione di insetti».
Qual è il punto di vista della salute circolare?
«La salute circolare vede i quattro elementi fondamentali (acqua, aria, terra e fuoco) come quattro forze che governano la salute degli esseri umani ma anche quella degli animali e delle piante e dei microorganismiche vivono nel terrario. La salute delle piante, di cui spesso ci dimentichiamo è essenziale per la produzione di cibo visto che le piante producono l’80 per cento del cibo che si consuma sulla terra. Noi che siamo homo sapiens dobbiamo vedere i problemi nella loro interezza, non nella situazione puntiforme. Se l’ecosistema globale cambia, cambiano anche le dinamiche delle malattie infettive».
Cosa si può fare contro gli effetti del climate change?
«Si può cercare di controllare, per quanto possibile, gli insetti. Questo significa non lasciare l’acqua morta in balconi e giardini, fare trattamenti per ridurre questa proliferazione. Anche i Comuni e le altre autorità che gestiscono il territorio devono impegnarsi in questo senso. Anche i singoli devono prendere atto che la situazione sta cambiando: è uno dei messaggi che dà la salute circolare».