Gazzetta di Reggio

Reggio

La denuncia

Emergenza blackout a Reggio, dieci nell’ultima settimana: «Lavoratori di Enel allo stremo, manca il 50% del personale»

Emergenza blackout a Reggio, dieci nell’ultima settimana: «Lavoratori di Enel allo stremo, manca il 50% del personale»

Affermano Flaei, Filctem e Uiltec. In città e provincia solo 80 persone in servizio. Dimezzati gli effettivi per ogni turno, boom trasferte a supporto dei territori più critici

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Cittadini reggiani, aiutateci e diventate nostri alleati: Enel deve cambiare passo e tornare ad investire sul lavoro, perché la situazione è molto critica. Le squadre di pronto intervento non ce la fanno più, il personale è poco e continua ad aumentare il numero di blackout importanti su cui questi professionisti devono intervenire. Sono stati almeno dieci nell’ultima settimana».

E’ forte e chiara la presa di posizione di Flaei-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil Emilia-Romagna, tre categorie alle prese da mesi con una vertenza per ottenere non solo qualità e dignità del lavoro, ma anche per garantire a tutta la comunità la capacità di intervenire ogni volta che nelle case viene a mancare l’energia elettrica. Per una calamità naturale, un incidente, per la elevata domanda di energia che arriva dai condizionatori d’aria e che mette sotto pressione la rete.

Chiesto l’incontro alla prefetta Cocciufa

«Fino ad ora solo l’incredibile spirito di sacrificio del personale ha evitato lunghi periodi senza energia elettrica ma così non si può reggere. Stiamo lottando per i lavoratori Enel ma anche per garantire una qualità ottimale del servizio agli utenti, adeguata alle grandi performance del nostro comprensorio. Gli ultimi due mesi sono stati devastanti. Abbiamo chiesto un incontro alla prefetta di Reggio Maria Rita Cocciufa, così come stiamo facendo in tutte le province della regione, affinché trasmetta al Governo la necessità di intervenire su Enel», proseguono le tre sigle di categoria.


Manca il 50% degli organici
Nella provincia reggiana sono circa 80 i tecnici e-distribuzione che possono essere schierati per il pronto intervento sulle reti, oltre che sulla gestione e la manutenzione delle stesse. Pochissime risorse che ora sono state depotenziate: «Per risparmiare sugli straordinari, Enel ha impostato il lavoro su due turni, dimezzando gli effettivi delle squadre disponibili. Con questa organizzazione del lavoro avremmo bisogno di almeno 60 nuove assunzioni, per arrivare ad un organico di 130 professionisti. La replica di Enel delle ultime ore parla di una migliore distribuzione dei carichi ma è pura fantasia. In queste condizioni, il carico su ogni tecnico è semplicemente raddoppiato», calcolano Filctem, Flaei e Uiltec.


La vita dei lavoratori
«La situazione è pesante: Enel rifiuta di assumere nuovo personale, per coprire le carenze d’organico dove si registra una emergenza, i tecnici vengono dirottati anche dall’altra parte della regione, con una mail sul telefono. Oppure si incrementano i reperibili con “ordini di servizio” e senza un adeguato preavviso», si legge nella nota. «Quello che prima si faceva per senso di responsabilità, dando all’azienda delle adesioni volontarie, ora è diventato un fatto obbligatorio che sta contribuendo ad annientare la vita dei lavoratori – denunciano Flaei, Filctem e Uiltec –. Chi ha una persona anziana da portare ad una visita, chi ha programmato delle ferie, chi ha un impegno personale con un figlio deve mettere tutto da parte e scattare appena Enel chiama. Oppure deve cercare in fretta e furia un collega per una sostituzione, mettendo in difficoltà i turni successivi».

Un rischio per la sicurezza
I tre sindacati sono preoccupati, non lo nascondono. «Da un anno e mezzo Enel è come una macchina che funziona col motore sempre fuori giri, col risultato che il recupero fisiologico dei lavoratori è compromesso e, parallelamente, aumenta il rischio di infortuni. Enel deve ripensare la sua politica di investimenti sul lavoro, questi tecnici non stanno manovrando giocattoli ma la rete elettrica, strategica per le aziende e i cittadini. Gestirla al risparmio e con costi personali elevatissimi non è e non può essere la soluzione», chiosano Flaei, Filctem e Uiltec.