È morto a 84 anni Gino Di Frenna, una vita all’insegna dell’arte
Artista di razza, fondò l’Associazione culturale 8,75 Artecontemporanea. Lascia la moglie, Pia Rocchetti, i figli Mario e Luca, le nipoti e i nipoti, il fratello
Reggio Emilia È morto ieri pomeriggio in città, a 84 anni, Luigi Antonio Di Frenna, per gli amici Gino, artista raffinato oltre che fondatore e a lungo presidente appassionato dell’Associazione culturale 8,75 Artecontemporanea. Nato il 27 settembre 1940 a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, Di Frenna studia Ragioneria e inizia a lavorare in banca. Negli anni Sessanta fonda a Portopalo, insieme ad alcuni amici, il "Gruppo 6", che organizza mostre in giro per la Sicilia. Conosce lo scrittore francese Dominique Fernandez, il pittore svizzero Verlin, il maestro Guccione. Nei primi anni Sessanta visita la Fondazione Maeght di Saint-Paul de Vence e nel 1967 vola in Canada e a New York, dove visita il Guggenheim, il MoMA e i principali musei di quello che era allora il centro indiscusso dell’arte internazionale.
Nel 1984 si trasferisce a Reggio Emilia dove ha sempre vissuto in via Donatello e, una decina d’anni dopo, apre la prima sede della Galleria 8,75 Artecontemporanea che per il primo anno gestisce insieme a Luigi Marmiroli e poi in compagnia di un gruppo affiatato di soci. Dalla sede storica, lunga appunto 8 metri e 75 centimetri, alla sede di Piazza Roversi, per un totale di oltre 200 mostre allestite. Tra le più iconiche, Kitsch Kitsch Hurrà, la doppia personale di Gianni Carino e Leonardo Cemak, i progetti espositivi dedicati ad alcuni giovani artisti come Barilli, Derraj e Kazinkina, la recente personale di Davide Bramante organizzata in occasione di Fotografia Europea, nonché le frequenti collettive con opere di Bonilauri, Braglia, Di Frenna, Galli e Magnani, che hanno animato lo spazio espositivo con interessanti momenti di dialogo e di riflessione.
Per i vent’anni di attività, aveva organizzato la mostra "Because I’m Happy!" con tante fotografie e ritratti pittorici a lui dedicati dagli artisti che erano passati alla 8,75. Un racconto autobiografico che corrispondeva anche alla storia di una galleria che è stata luogo d’incontro per artisti di diverse generazioni. Nel frattempo, Gino porta avanti la sua ricerca pittorica e collabora con le sue vignette ironiche e taglienti al giornale satirico "L’Asino", fondato e diretto da Ro Marcenaro. Con i suoi dipinti al cellophane partecipa a tutte le esposizioni collettive della Galleria 8,75 e ad alcune fiere d’arte, fino all’anno della pandemia, che costringe l’associazione a un lungo stop e alla chiusura.
Nel 2021 la Galleria 1.1_ZENONEcontemporanea ospitò "I giardini di Canopo", mostra personale di Gino di Frenna. «Questa mostra - scriveva Chiara Serri in una breve nota biografica - è la testimonianza di stima e di affetto verso Gino da parte di Sebastiano Simonini, Antonio Malagoli e Danilo Cilloni, ma anche il riconoscimento del valore di una ricerca artistica personale e di una vita intera condotta all’insegna dell’arte e condivisa con tanti amici e compagni di viaggio. Questa mostra è una festa, la festa dell’arte». Una persona innamorata della vita e della sua famiglia - così lo ricorda chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo - generosa, gioiosa, appassionata, aperta ai giovani e con un grandissimo intuito. Una vita all’insegna dell’arte e condivisa con tanti amici e compagni di viaggio. Gino Di Frenna lascia la moglie, Pia Rocchetti, i figli Mario e Luca, le nipoti e i nipoti, il fratello.