Incendio Inalca, il Comitato Amianto Zero condivide col Comune di Reggio una mappa con le segnalazioni
Definito come un atto d’amore verso la città: «Speriamo che ora l’amministrazione ci dia finalmente ascolto»
Reggio Emilia Lo chiamano "Il nostro atto d’amore verso la città". È una mappa, ma il tesoro non c’è. È una mappa dei ritrovamenti di amianto, aggiornata al 7 luglio 2025, costruita sulla base delle segnalazioni e delle ispezioni svolte dal basso, in collaborazione con l’associazione Reggio Emilia Ripuliamoci. Il Comitato Amianto Zero, nato all’indomani del pauroso incendio al Tondo, assieme al gruppo di volontari di Reggio Emilia Ripuliamoci torna sul tema delle bonifiche dall’amianto nella zona dell’incendio che ha distrutto gli stabilimenti di Inalca e Quanta hanno deciso di condividere la loro mappa con il Comune.
Una mano tesa, un ramoscello d’ulivo che il Comitato porge al Comune per provare a ricucire rapporti che si erano interrotti quasi subito. Invero, nella nota diffusa all’indomani della pubblicazione della delibera in cui il Comune avoca a sé l’onere delle future bonifiche dall’amianto in quell’area, il Comitato non manca di riservare critiche alla giunta , fondamentalmente accusata di non aver mai riconosciuto al Comitato un ruolo in questa vicenda. «Apprendiamo - si legge nella lettera - che il comune di Reggio Emilia, seppur in colpevole ritardo, ha deciso di prendere in mano la vicenda Inalca e di procedere, quindi, alla bonifica (l’ennesima) delle aree ancora oggi contaminate da frammenti di amianto. Meglio tardi che mai». Non contento, il Comitato rincara la dose e se la prende con Massari .
«Durante la trasmissione televisiva "Il Graffio" del 29 giugno 2025 - si legge nella nota del Comitato - il primo cittadino ha affermato che il parco della Resistenza era stato riaperto (per l’ennesima volta) in base a una relazione tecnica di fine lavori che ne certificava l’agibilità. Vorremmo conoscere l’autore e i contenuti della relazione citata dal sindaco, ma non ci facciamo illusioni: chiedere l’accesso agli atti sembra ormai una missione impossibile in una città dove l’amministrazione è diventata "allergica alla trasparenza". Il Comitato Amianto Zero - dice ancora la nota - conosce bene questo copione: in passato ci è stato negato l’accesso agli atti con argomenti assolutamente pretestuosi».
Ma da dove nasce la mappa dell’amianto messa a punto dal Comitato? «Nonostante le mille difficoltà burocratiche, noi volontari del Comitato amianto zero non siamo rimasti con le mani ini mano: su esplicita richiesta di decine di residenti del quadrante nord della città, abbiamo setacciato cortili condominiali, giardini privati, aree pubbliche; abbiamo piantato decine di bandierine per segnalare, visivamente e con tanto di foto, la presenza di frammenti di amianto. La situazione è preoccupante: il materiale, frantumato e disperso, è ancora lì. Ovunque. Ecco perché il Comitato Amianto Zero ha deciso di offrire il proprio prezioso contributo alla bonifica finale (si spera) con uno strumento concreto: una mappa che dovrebbe diventare patrimonio pubblico, un vero e proprio atto di amore verso la città».
Poi il Comitato passa a illustrare i risultati fissati sulla mappa, da cui «emergono due elementi inquietanti: in diverse zone dichiarate bonificate, l’amianto è ancora presente. È stato rilevato e fotografato. La bonifica, dunque, è rimasta sulla carta? Al Parco della Resistenza, i frammenti gialli quelli più evidenti sono emersi solo nei punti dove l’erba tagliata era stata rimossa. In gran parte del parco, invece, l’erba falciata è stata lasciata a terra e impedisce tuttora un’ispezione visiva adeguata e accurata. E’ questo il modo corretto di proteggere i cittadini, i bambini che giocano, le famiglie che frequentano gli spazi verdi? Vogliamo credere che l’amministrazione comunale non sia così ottusa da rifiutare il nostro contributo, considerato che, in passato, non ha mai voluto riceverci per ragioni a noi ignote». Nonostante tutto ciò, conclude il comitato «siamo pronti a collaborare con il sindaco, a impegnarci concretamente affinché le bonifiche siano reali, verificabili e durature, non semplici adempimenti burocratici, per il bene di tutti».
Di questa disponibilità prende atto l’assessora alla protezione civile Carlotta Bonvicini: «Anche noi plaudiamo al lavoro dei volontari e vogliamo dialogare con tutti, anche partendo dal risultato della mappa. Come ente pubblico dobbiamo comunque attenerci a regole e norme a cui non intendiamo derogare».