Gazzetta di Reggio

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Il lutto

Addio a Marco Schenetti, carabiniere paracadutista che faceva volare anche i più fragili

Addio a Marco Schenetti, carabiniere paracadutista che faceva volare anche i più fragili

Il militare, 57 anni, in servizio a Modena, abitava a Cacciola di Scandiano. Il cordoglio di Sim e Usmia

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Reggio Emilia E’ morto il brigadiere capo qualifica speciale Marco Basilio Schenetti, 57 anni. Originario di Toano, residente a Cacciola di Scandiano, è morto all’ospedale di Reggio Emilia. Era in servizio al Nucleo Informativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di -Modena ed era paracadutista del 1° Reggimento Carabinieri "Tuscania".


Il SIM Carabinieri esprime profondo cordoglio per la scomparsa del militare, che ricorda il collega  ricordandone «competenza, rigore e spirito di servizio». «Schenetti ha incarnato in pieno i valori dell’Arma: coraggio, lealtà, solidarietà. Ma oltre al Carabiniere, c’era un uomo di ideali profondi, che ha fatto del servizio al prossimo la sua missione anche fuori dalla divisa. Fondatore dell’associazione “Veramente Abili ASD”, ha dedicato tempo, cuore e impegno per rendere possibile l’inimmaginabile: permettere a giovani con disabilità di provare l’emozione del lancio con il paracadute, accompagnandoli in esperienze che andavano ben oltre lo sport — esperienze di libertà, riscatto e gioia. Con la sua energia e il suo entusiasmo, Marco ha saputo unire mondi diversi, abbattendo barriere e seminando speranza. In ogni sorriso dei ragazzi che ha fatto volare, c'è il riflesso della sua grande umanità. Un carabiniere, un uomo di valori, un esempio per tutti noi. Alla sua famiglia, ai colleghi, agli amici e a tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e volergli bene, va l’abbraccio commosso del SIM Carabinieri, che si stringe nel ricordo di una vita spesa per gli altri» si legge nella nota del Sim. «Ciao Marco, continueremo a volare con te nel cuore».

 «Con lui perdiamo non solo un collega e un amico, ma un carabiniere che ha saputo onorare la divisa con dedizione, competenza e grande umanità. Sempre sorridente e disponibile, era il “delegato di Babbo Natale” che portava i doni ai figli dei Carabinieri sotto Natale» scrive in una nota il sindacato Usmia. «Ha iniziato la sua carriera come paracadutista nel prestigioso 1° Reggimento Paracadutisti Tuscania di Livorno, venendo impiegato negli anni ‘80 e ‘90 in diverse missioni umanitarie in ambito internazionale. Successivamente è giunto a Modena, dove ha prestato servizio per molti anni in reparti dedicati al contrasto della criminalità, allo spaccio di droga e all’aiuto dei più deboli, diventando un elemento di spicco nelle indagini e una figura di riferimento storica per tutti i Carabinieri di Modena» si legge nella not diffusa. «Ma Marco non era solo un nobile servitore dello Stato con la divisa: anche senza la divisa faceva del bene al prossimo, portando avanti il suo sogno – in parte realizzato – di dare ai disabili l’opportunità di potersi paracadutare. Era un esperto paracadutista e istruttore di lancio a livello nazionale, con una miriade di lanci all’attivo, e proprio per questo aveva fondato insieme alla sua compagna l’associazione “Veramente Abili ASD”, sostenuta anche da USMIA Carabinieri. Questa associazione ha permesso a tanti ragazzi con disabilità di vivere la straordinaria esperienza del volo e superare i propri limiti. Il suo progetto ha rappresentato un esempio di inclusione sociale che ha ispirato non solo il mondo militare, ma l’intera comunità. Marco è stato inoltre un convinto sostenitore dei diritti dei Carabinieri: è stato tra i primi iscritti a USMIA Carabinieri, credendo sin dall’inizio nell’importanza di un sindacato che tutelasse il personale militare con trasparenza, correttezza e spirito di servizio». USMIA Carabinieri si unisce al dolore dei familiari, degli amici, dei colleghi e di tutte le persone che hanno conosciuto Marco Basilio Schenetti. «Il suo ricordo resterà vivo nei cuori di chi ha potuto apprezzarne la professionalità, la generosità e il coraggio». «Ciao Skin, e grazie per averci insegnato che la passione e il cuore possono davvero far volare alto anche chi parte con ali più fragili» chiude la nota a firma di Alfonso Montalbano.