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L’attacco

Maxi cartellone di Fratelli d’Italia in circonvallazione: «In fumo 120 milioni per Reggio, Massari dimettiti»

Maxi cartellone di Fratelli d’Italia in circonvallazione: «In fumo 120 milioni per Reggio, Massari dimettiti»

L’opposizione contro il primo cittadino, la replica del Partito democratico: «Gesto meschino basato su una bugia strumentale»

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Reggio Emilia Il gruppo di Fratelli d'Italia in Comune a Reggio Emilia continua a chiedere le dimissioni del sindaco Marco Massari, per la gestione del progetto del Polo della moda, abbandonato da Max Mara. Un gigantesco cartellone affisso sulla circonvallazione cittadina ribadisce la posizione di Fdi, ricordando che ad andare "in fumo" è stato un investimento di 120 milioni inizialmente previsto dal Gruppo

della moda alle ex fiere.

In difesa di Massari interviene però il Partito democratico della città, guidato dal vicesindaco Lanfranco De Franco, che definisce l'atto dell'opposizione un «attacco meschino» all'amministrazione, bastato peraltro su un «bugia strumentale». Esprimendo solidarietà a sindaco e Giunta, il Pd commenta: «Mentre Fratelli d'Italia si affanna goffamente a montare campagne denigratorie prive di contenuti, i reggiani non si fanno ingannare e vedono ogni giorno l'impegno concreto dell'amministrazione per la crescita e il futuro di Reggio Emilia». Nel merito della questione, poi «l'accusa su un progetto vitale come il Polo della moda, pienamente sostenuto dal sindaco Massari, da tutto il gruppo del Partito democratico e dagli alleati della coalizione di centrosinistra, è solo fumo negli occhi per tentare di mascherare l'assenza di idee e proposte costruttive da parte di chi oggi è stato messo a sedere all'opposizione in Sala del Tricolore».

Piuttosto, contrattacca il Pd, «non stupisce invece che Fratelli d'Italia non si sia espressa in alcun modo sull'esito dell'inchiesta “Angeli e Demoni”. La sentenza è arrivata dopo anni di bugie e strumentalizzazioni vergognose, che oggi si accentuano ancora di più con i silenzi imbarazzanti di fronte alle evidenze giudiziarie». Insomma «oggi come 6 anni fa davanti al cartello di Bibbiano, Giorgia Meloni e i suoi inadeguati seguaci reggiani sanno solo denigrare, offendere e diffondere bugie e calunnie. Ma il tempo è un giudice giusto che sa sempre riconoscere chi lavora per il bene della propria comunità e chi specula senza ritegno per un vile tornaconto personale ed elettorale», chiudono i dem.