Femminicidio di Correggio, la difesa si affida al perito del delitto di Garlasco
Si tratta di Marzio Capra, ex vicecomandante del Ris, che da diciotto anni è la voce tecnica della famiglia di Chiara Poggi, oltre ad essersi occupato del caso Yara Gambirasio
Correggio Tra i periti di parte incaricati di estrapolare il Dna dai 35 reperti trovati sul luogo del femminicidio, a Prato di Correggio, entra in campo il genetista forense Marzio Capra, ex vicecomandante del Ris, che da diciotto anni è la voce tecnica della famiglia di Chiara Poggi nel delitto di Garlasco, oltre ad essersi occupato del caso Yara Gambirasio. È l’asso nella manica tirato fuori dalla difesa di Peter Pancaldi, il 45enne modenese tuttora in carcere e accusato dell’omicidio pluriaggravato dell’ex compagna Daniela Luminita Coman, madre di famiglia di 48 anni. È quanto emerso ieri in tribunale a Reggio Emilia durante un’integrazione dell’incidente probatorio nel quale il tribunale e la difesa hanno incaricato due genetisti.
Il delitto
Il fatto di sangue risale al 13 maggio scorso, ma la scoperta del cadavere è avvenuta il giorno seguente, quando venne denunciata la scomparsa della donna: Daniela non si presenta a prendere il figlio a Sassuolo e la sorella, al corrente di quella relazione tormentata, pensa subito al peggio. Nella prima serata del 14 maggio il cadavere della donna viene trovato adagiato sul letto coperto da un piumone in via Dinazzano 35/c, a Prato, nell’appartamento del compagno che è sparito sulla Peugeot bianca di lei. Peter Pancaldi viene fermato all’1.30 di notte vicino al parco Ducale di Modena, dove ha appena comprato una dose di crack. Nell’immediatezza confessa il delitto: dopo un primo incontro a casa sua di buon mattino perché Daniela doveva prendere le sue valigie, in tarda mattinata lui l’ha richiamata nell’appartamento con una scusa, ha insistito per riallacciare il rapporto e di fronte ai ripetuti «no» l’ha uccisa. Una morte avvenuta per asfissia meccanica, come ha stabilito l’autopsia: per strangolamento o soffocamento, visto che Pancaldi era solito tapparle naso e bocca, come lei riferiva alla sorella. In sede di convalida Pancaldi ha fatto scena muta; il pm Valentina Salvi ha chiesto la conferma dell’arresto e della custodia cautelare in base al pericolo di fuga e di reiterazione del reato e il gup Matteo Gambarati ha concordato, escludendo però la premeditazione, una delle tre aggravanti contestate (le altre sono l’aver commesso il fatto su persona che l’indagato stalkerizzava e il legame affettivo).
Le indagini
Nella precedente udienza sono stati incaricati i consulenti: Erjon Radeshi è stato nominato dal giudice, il medico legale Franco Marinelli per l’accusa, Andrea Lusetti per la difesa (avvocato Annalisa Miglioli) e Sabino Pelosi per le parti civili (avvocato Helmut Bartolini per la sorella, le legali Alessandra Innaro e Lorenza Cavazzuti per il figlio della vittima di 10 anni e per il padre 65enne). Restava l’ulteriore passaggio tecnico dell’analisi genetica sui numerosi reperti prelevati nell’appartamento, che era molto in disordine, nel primo e nel secondo sopralluogo: campioni di oggetti, ma anche i tamponi eseguiti durante l’autopsia, dai quali bisognerà estrarre il Dna ed eseguire comparazioni tra vittima e assassino. Il tribunale ha incaricato il genetista di Bologna Gianmarco Ferri, la difesa Capra. Che a quanto pare, non vuole lasciare nulla d’intentato.